Elezioni anticipate: il Pd è sempre più irrilevante al Sud
Sud e Partito Democratico un rapporto sempre più precario, solo in parte, camuffato dal carisma dei leader locali. Un’analisi di alcuni tra i più rinomati sondaggisti italiani, apparsa sul Mattino di oggi, mostra come il Meridione stia diventando “territorio di caccia” esclusivo del Movimento 5 Stelle. Proprio al Mezzogiorno, per esempio, i pentastellati sembrano destinati a conquistare la loro prima regione, la Sicilia, si è detto sicuro il politologo Roberto D’Alimonte, interpellato dal quotidiano partenopeo. Ancora per poco, insomma, il Partito Democratico riuscirà a tenere le regioni e le principali città se non tamponerà la costante emorragia di voti.
Elezioni anticipate: il Pd è sempre più irrilevante al Sud
Antonio Noto, direttore di Ipr Marketing, aggiunge a tal proposito che “il Pd al Sud ha un peso sempre più irrilevante. E non da oggi. Prendiamo Napoli: alle ultime comunali ha preso quanto aveva raccolto cinque anni prima. Più in generale nell’area vediamo acutizzata la tendenza nazionale dell’esistenza di due partiti democratici, paralleli tra loro: uno guidato dalla nomenklatura e un altro composto dagli elettori, che nelle loro scelte non si fanno assolutamente influenzare a vicenda. La base come Renzi vuole andare a votare a giugno, ma prima pretende di fare il congresso o le primarie”.
A tal proposito, nonostante una recente rilevazione Ipsos ponga Michele Emiliano al 10% delle preferenze nell’ottica di un ipotetico scontro con Renzi nel contesto delle primarie (l’ex premier arriverebbe al 59%), due punti sopra il governatore toscano Enrico Rossi, sempre secondo Noto, al Sud, solo De Luca mantiene i suoi consensi mentre il Presidente pugliese arretra, anche se è l’unico ras meridionale ad avere una “visibilità nazionale” (a differenza di De Luca che non è né vicino a Renzi né alla minoranza).
Al netto delle ultime iniziative del premier Gentiloni, la mancanza di una chiara e ampia strategia del Pd per il Sud, eppure, non si spiega, visto che proprio al Mezzogiorno – rappresenta il 40% dell’elettorato – si deciderà il futuro politico del paese, conclude D’Alimonte.