Sondaggi politici, Demos: per il 40% degli italiani l’immigrazione è un problema di sicurezza
In base al sondaggio Demos & Pi, condotto per Repubblica, in tema di immigrazione e sicurezza in Italia, il 40% degli intervistati sostiene che gli immigrati siano un problema per l’ordine pubblico e la sicurezza delle persone. Tale tendenza è praticamente stabile da giugno dello scorso anno, aumentata di anno in anno a partire da dicembre 2012, momento in cui il trend raggiungeva il dato minimo (26%) in riferimento al periodo considerato (ottobre 1999 – febbraio 2017).
Il sondaggio analizza anche la relazione tra “immigrati come problema per la sicurezza e l’ordine pubblico” e “intenzioni di voto”. Tra gli intervistati, sono i potenziali elettori di destra e centro destra ad avere maggiori timori: il 78% di coloro che voterebbero Lega Nord alle prossime elezioni, il 60% di chi voterebbe Forza Italia e il 52% di chi voterebbe Fratelli d’Italia, vede negli immigrati un problema per la sicurezza e l’ordine pubblico nazionale.
Tale percentuale si assesta sul 50% tra gli intervistati che si pongono al centro dello spettro politico, per scendere al 38% dei potenziali elettori del Movimento 5 Stelle e al 16% di coloro che voteranno a sinistra e centro sinistra (Pd, Si, Sel ed altri). Infine, il sondaggio Demos chiede al campione se sia o meno favorevole a concedere la cittadinanza italiana ai figli di immigrati nati in Italia. Il 70% degli intervistati si dice favorevole, ma la tendenza è in decrescita continua dal 2014, quando l’80% del campione era d’accordo con l’introduzione dello ius soli nell’ordinamento giuridico italiano.
Sondaggi politici: per il 40% degli italiani l’immigrazione è un problema di sicurezza
Per avere un quadro più completo è necessario, prima di tutto, confrontare i dati del sondaggio Demos qui considerato con i flussi di immigrazione non regolare. Se si considerano i numeri degli sbarchi irregolari dal 1997 ad oggi (elaborazione dati Ismu su dati Ministero dell’Interno), si osserva che le due variabili hanno un andamento simile: laddove aumenta il numero degli sbarchi, aumenta anche il numero di coloro che credono che gli immigrati siano un problema per la sicurezza nazionale, e viceversa.
A fine ’99, il 46% degli italiani aveva una percezione negativa nei confronti degli immigrati. Tra il 1997 e il 1999, infatti, il fenomeno dell’immigrazione irregolare era più che raddoppiata, per diminuire progressivamente fino al 2004, anno in cui subirà un raddoppio rispetto a quello precedente. Dal 2004 il numero degli italiani che vedono negli immigrati un pericolo per la sicurezza torna a crescere, raggiungendo il picco a fine 2007 (51%).
In seguito, tra il 2009 e il 2010, gli accordi tra il Governo Brlusconi e il Governo Gheddafi in Libia, che costarono all’Italia una condanna della Corte europea dei diritti umani nel 2012, riducevano drasticamente il numero di immigrati. E, con esso, diminuiva il numero delle percezioni negative da parte degli italiani.
Come detto sopra, a dicembre 2012 osserviamo il dato più basso: solo il 26% degli intervistati vede nell’immigrazione un pericolo per la sicurezza nazionale. Infatti, tra il 2011 e il 2012, gli sbarchi di immigrati non regolari diminuiscono di quasi cinque volte (da 62 mila 692 a 13 mila 267), tornando a triplicare nel 2013 (42 mila 925) e a quadruplicare, rispetto all’anno precedente, nel 2014 (170 mila 100). Sono gli anni della Primavera araba e dello scoppio della guerra civile in Libia.
Nel 2016 in Italia arrivano più di 180 mila migranti non regolari. Questo spiega, in parte, l’aumento degli italiani che vedono nei migranti un pericolo, che, in soli nove mesi, passa dal 35 al 40%. Ma questo non basta. Il 2015 e 2016 sono gli anni degli attacchi terroristici in Europa. A questo si unisce il dilagare del populismo, che molto spesso si fa portatore di posizioni xenofobe.
In Italia, per esempio, Matteo Salvini, insieme a tutta la destra e al centro destra italiani, sta costruendo una campagna elettorale basata sul contrasto italiani/immigrati. Evocativo, in questo senso, lo slogan: “Italia Sovrana, prima gli italiani”. A questo c’è da aggiungere che in Italia, rispetto agli altri paesi europei, la capacità di attecchimento di sentimenti anti immigrati è più alta: crisi economico-sociale elevata e, soprattutto, posizione geografica che la rende il primo paese di sbarco per gli immigrati africani.
L’emergenza immigrazione meriterebbe non solo interesse da parte dei governi europei e, in generale, occidentali. Necessiterebbe, soprattutto, di un’elevata capacità decisionale e, tristemente da menzionare, di civiltà. Assunto che l’immigrazione è un’emergenza, l’establishment dovrebbe trovare una soluzione quanto più reale ed effettiva. Atteggiamenti anti-immigrazione non possono risolvere il problema, tanto meno arginarlo. Hanno solo la triste conseguenza di “istituzionalizzare” la paura e la diffidenza nei confronti dei migranti, già ampiamente radicata tra i cittadini. In tutte le emergenze, etica e responsabilità dovrebbero essere i fari che guidano l’azione dei governanti. Quell’etica e responsabilità che ad oggi, stando ai fatti, risultano essere più un’illusione che una datità delle classi dirigenti occidentali.
Nota metodologica
L’Atlante Politico è realizzato da Demos & Pi per La Repubblica ed è curato da Ilvo Diamanti, insieme a Roberto Biorcio, Fabio Bordignon, Martina Di Pierdomenico e Alice Securo. La rilevazione è stata condotta nei giorni 1-2 febbraio 2017 da Demetra con metodo mixed mode (Cati – Cami – Cawi). Il campione nazionale intervistato (N=1.015, rifiuti/sostituzioni: 5.772) è rappresentativo per i caratteri socio-demografici e la distribuzione territoriale della popolazione italiana di età superiore ai 18 anni (margine di errore 3.1%). |