Matteo Renzi oggi ha il problema di individuare il momento giusto per staccare la spina al governo Gentiloni, portare il paese al voto e vincere le elezioni politiche contro il Movimento 5 Stelle. Eppure, potrebbe non aver fatto i conti con Michele Emiliano, governatore della Puglia e candidato alla segreteria del PD. Molti pensano che all’interno del Partito Democratico l’ex Sindaco di Firenze non abbia rivali ma una candidatura unitaria della minoranza riunita sotto il nome di Emiliano potrebbe davvero spaventare Renzi. Tant’è che, un giorno sì e l’altro pure, l’ex Sindaco di Bari lancia frecciate (per non dire missili) contro l’ex premier invitandolo a dimettersi per convocare il Congresso anticipato. Ancora ieri, all’Intervista di Maria Latella su Sky Tg 24, Emiliano ha ribadito che il Congresso è l’unico modo per evitare la scissione “perché così chi vince sarà sostenuto da chi perde come farei io se Renzi dovesse vincere”.
Per questi signori chiedere un congresso che rifondi il PD significa insultare Renzi. Strana gente. https://t.co/iQmw6zzTiy
— Michele Emiliano (@micheleemiliano) February 5, 2017
Emiliano ieri ha ancora una volta preso di mira l’attuale segretario del PD reo di aver messo su un partito che sta con “banchieri e petrolieri” (il riferimento è alle vicende riguardanti Banca Etruria e al referendum trivelle) invece che uno che sta con le persone “che non contano niente”. Ma la stoccata più dura arriva proprio quando viene interpellato sulle prossime scadenze politiche – primarie o Congresso ed elezioni –. “Il segretario non si dimette perché ha un sacco di soldati e salmerie da collocare – ha dichiarato il Presidente della Regione Puglia –, ha da salvaguardare un sacco di persone, e se dovesse perdere la possibilità di fare le liste non so se quei sondaggi sarebbero uguali perché questi sondaggi sono così adesso che il segretario ha il potere di fare le liste e quindi tiene insieme tutte le infinite correnti del Pd”.
Emiliano si riferisce all’ultimo sondaggio di Index Research per Piazza Pulita secondo cui alle ipotetiche primarie dem, Matteo Renzi sarebbe rieletto con il 45% dei consensi seguito da Pier Luigi Bersani al 19% e proprio Michele Emiliano al 16%.
Insulti al #Pd e al segretario #Renzi. Ecco il rispetto che #Emiliano ha per per questa comunità
— Andrea Marcucci (@AndreaMarcucci) February 5, 2017
La dura reazione dei renziani alle accuse di Michele Emiliano
La durezza delle parole di Michele Emiliano – ma anche un prevedibile timore da parte dei renziani – ha provocato la reazione dei vertici del partito. Il primo è proprio il vicesegretario del PD, Lorenzo Guerini: “Non passa giorno senza che Emiliano provi ad aprire fronti nel partito alla cui guida, ‘suo malgrado’, vorrebbe candidarsi. Ogni giorno un attacco frontale al segretario e al partito”. Poi, si scatenano i renziani: Ernesto Carbone (“da buon magistrato dubito che non abbia compreso le regole dello statuto del partito democratico”), Andrea Marcucci (“insulti al Pd e al segretario, ecco il rispetto di Emiliano per questa comunità”) e l’ex Sel e oggi sottosegretario alla Giustizia, Gennaro Migliore (“Se si fa prevalere il bisogno di visibilità non arriviamo da nessuna parte”).
Alla richiesta di convocare il Congresso aveva risposto in settimana anche il Presidente del Pd, Matteo Orfini secondo cui la conta interna non può essere convocata “prima di giugno”. A meno che Renzi non si dimetta prima. Ma ad oggi è praticamente escluso che questo avvenga.