“Voglio le scuse dell’Ordine nazionale dei Giornalisti per la campagna diffamatoria sulle polizze e Virginia Raggi. Chiedo a Enzo Iacopino (Presidente Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, ndr) le sue scuse”. E’ un Luigi Di Maio nervoso, quasi spazientito, quello che si presenta in mattinata negli studi televisivi di La 7 per partecipare alla trasmissione L’Aria che Tira condotta da Myrta Merlino. E va subito all’attacco dei giornalisti che negli scorsi giorni hanno raccontato la querelle della polizza sulla vita sottoscritta dall’ex capo segreteria di Virginia Raggi. Nel mirino ci finisce anche Emiliano Fittipaldi, giornalista d’inchiesta del settimanale l’Espresso che il 30 ottobre scorso firmò un articolo titolato “Il Sindaco ombra” riferendosi proprio a quel Raffaele Marra arrestato lo scorso 16 dicembre.
Roma, Luigi Di Maio: quereliamo Emiliano Fittipaldi
“Quanto oggi è credibile la stampa in Italia? – è la domanda retorica che si pone Di Maio a L’Aria che Tira –. Quello stesso giornalista che sull’Espresso aveva scritto quell’articolo Marra e Scarpellini, fatti che poi si sono rivelati veri, è lo stesso che in questa trasmissione ha detto addirittura che con quelle polizze è in atto un voto di scambio per portare la Raggi in Campidoglio”. “Quella persona (Fittipaldi, ndr) dovrà rispondere di diffamazione” conclude adirato il vicepresidente della Camera.
Quello di oggi non è certo il primo attacco di esponenti del Movimento 5 Stelle al mondo dei media. Basti pensare alla rubrica “Il Giornalista del giorno” pubblicata per mesi sul blog di Beppe Grillo, ormai in disuso. Proprio ieri sul blog del Movimento 5 Stelle è apparso un post contro una delle firme più importanti del giornalismo italiano, ovvero Fiorenza Sarzanini del Corriere della Sera. La cronista di giudiziaria del quotidiano di Via Solferino nelle ultime settimane ha riportato nel dettaglio l’inchiesta riguardante Raffaele Marra e anche quella che ha coinvolto direttamente la Sindaca di Roma, Virginia Raggi, oggi indagata dalla Procura di Roma per abuso d’ufficio e falso in atto pubblico. Sarzanini è stata inserita da Grillo tra i “confezionatori seriali di menzogne” per aver ipotizzato reati come la “compravendita di voti” o “finanziamenti occulti” nel caso della polizza sottoscritta da Romeo a beneficio della Sindaca.
Credo che giornalisti e magistrati dovrebbero fare una riflessione. Autonomamente. Avverto: non risponderò a polemiche #polizza
— enzo iacopino (@enzoiacopino) February 6, 2017
Nel pomeriggio è arrivata la risposta sia del Presidente Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino, sia del direttore dell’Espresso, Tommaso Cerno. Il primo, con un laconico tweet, non si è scusato come chiesto da Di Maio ma ha invitato “giornalisti e magistrati” a fare una riflessione “autonoma” sul caso polizze. Ben più dura la risposta di Cerno: “non vediamo l’ora che arrivi la querela. I nuovi regolamenti dei 5 Stelle vietano agli iscritti di parlare, ma se proprio Di Maio ci vuole in Procura, lì potremo avere quelle informazioni che il Movimento dovrebbe dare anziché nascondere, non foss’altro che per quella trasparenza che loro stessi invocano”.
Quando Grillo chiedeva di “depenalizzare” la querela per diffamazione
A proposito della minaccia di querele del vicepresidente della Camera, urge ricordare cosa scriveva Beppe Grillo sul blog nel lontano 9 agosto 2009. Nel post intitolato “La querela contro la rete” il comico genovese chiedeva la “depenalizzazione della querela per diffamazione” che è un’arma “usata dai ricchi per intimidire, per tappare la bocca”. Chissà se Luigi Di Maio se ne ricorderà quando andrà a depositare la querela in Procura.