Laura Boldrini rivolge un messaggio ai rifugiati che raggiungono il nostro Paese. L’Italia è “un posto sicuro, qui non vi succederà nulla, nessuno vi torturerà, nessuno vi ammazzerà, nessuno vi perseguiterà più”, ma “non riposate sugli allori, perché bisogna essere realistici, l’Italia può fare molto, ma non può fare tutto”.
In un’intervista a La Stampa, Laura Boldrini spiega il senso della sua visita in Sicilia nella giornata mondiale del rifugiato (venerdì): “rendere omaggio ai Corpi dello Stato che stanno lavorando in modo strenuo per salvare le persone e difendere principi sacrosanti del diritto internazionale. Ma vado anche a dare solidarietà a una regione che si sta prendendo il carico più grande dei flussi di richiedenti asilo”.
“Il presidente Maroni quando era agli Interni, aveva lanciato il progetto di una equa ridistribuzione tra Regioni. Oggi che è presidente della Regione però sembra non pensarla più così”. Il Mediterraneo, aggiunge Boldrini è diventato “via dell’asilo: oggi la gran parte delle persone soprattutto siriani, eritrei, somali scappano dalla morte”. “Ci sono carenze nel nostro sistema, le stesse di sempre. La realtà è che gli arrivi via mare sono un dato strutturale, non possono essere gestiti come emergenze”.
“Ci vuole – secondo la Presidente della Camera Boldrini – una cabina di regia capace di far colloquiare tutti gli attori e un monitoraggio che impedisca quello che avvenne nel 2011, quando si spesero tantissimi soldi per l’accoglienza, ma furono spesi male”. L’operazione ‘Mare nostrum’ “da sola non basterà mai. Bisogna prevedere nei Paesi di transito sedi diplomatiche dell’Ue attrezzate per accogliere domande d’asilo e per trasferire legalmente le persone nei Paesi di destinazione. Oppure applicare il programma del ‘reinsediamento’ dell’Unhcr“.