Se l’equilibrio interno era già scricchiolante da settimane, la riunione dell’ultima notte ha certificato la profonda spaccatura esistente in Sel. L’incontro programmato per discutere del decreto Irpef ha portato ad un risultato che non ammette repliche: 17 voti contro 15, passa la linea del dialogo. Ma con numeri così, la frattura è netta.
RIUNIONE INFUOCATA – La riunione notturna dei deputati vendoliani non è stata priva di momenti ad alta tensione. A cominciare da Gennaro Migliore – leader dell’ala di Sel che spinge verso il PD – che in uno dei passaggi più caldi del summit ha ventilato addirittura l’ipotesi di dimettersi dalla guida dei deputati. A favore del provvedimento di Renzi anche il deputato Ciccio Ferrara che, nonostante fosse in missione, ha espresso con una lettera il proprio “sì” alla misura.
LINEA DECISA… O FORSE NO? – Nonostante la forte spaccatura, la maggioranza ha dunque deciso che il gruppo parlamentare di Sel voterà in aula a favore del decreto Irpef, la cui votazione è prevista oggi. Ma l’unità non è affatto scontata. Alcuni parlamentari, tra cui Giorgio Airaudo, hanno già manifestato il proprio dissenso, annunciando ugualmente voto contrario in aula. Ed ora tocca a Vendola, accusato dall’area filo-PD di aver preferito “scegliere di non decidere”, ricomporre i cocci di un partito che, dopo gli ultimi abbandoni, è ormai in frantumi.
MIGLIORE LASCIA – Il capogruppo di Sel alla Camera, Gennaro Migliore, si è dimesso. Il presidente di Sel, Nichi Vendola, ha accettato. “Domani (19 giugno) riuniamo la segreteria nazionale. Si apre una fase di discussione”, spiega il coordinatore nazionale Nicola Fratoianni all’Adnkronos. E’ il primo effetto della spaccatura all’interno del gruppo parlamentare in seguito alla votazione sul decreto Irper. Lapidario il commento del leader Nichi Vendola: “La differenza tra essere renziani e non renziani è esattamente quella che passa tra combattere ed arrendersi. La vicenda del dibattito interno nostro si è letta come una divisione tra filo-renziani e anti-renziani, Sel, nonostante il fascino che i vincitori hanno, non può dichiararsi filo-renziana”.
Emanuele Vena