Mappe della seconda e della terza era geopolitica: il biologismo e la supremazia della nazione
Mappe della seconda era geopolitica: il biologismo e la supremazia della nazione
Continua il nostro percorso lungo i sentieri dell’immaginario geopolitico. In primis, riprendiamo i principali modelli geopolitici – che vi abbiamo già illustrato in articoli anteriori – per poi approfondire un elemento comune e unificatore, di continuità dall’uno all’altro modello. Ovvero, la componente civilizzatrice, direttamente collegata al concetto di nazione e al congiunto di elementi che la formano (dalla cultura, alla società, fino al retaggio storico e politico).
Mappe geopolitica: un excursus per i modelli che hanno segnato il XX secolo
Recentemente, vi abbiamo illustrato due dei modelli geopolitici più importanti del XX secolo, che hanno marcato la traiettoria della politica estera di vari paesi. In primis, abbiamo visto come la Heartland Theory (o teoria del cuore continentale) del geografo inglese Sir Halford Mackinder riuscì a scardinare il sistema di alleanze bismarckiano attraverso un modello che poneva i teutonici come candidato principale per l’egemonia mondiale. Una politica della paura che riuscì ad isolare i tedeschi e che portò, nel giro di pochi anni, alla configurazione di alleanze definitive durante la prima guerra mondiale.
E ancora, abbiamo visto come Karl Haushofer – tra i primi ideologi del nazismo – riuscì a delineare in maniera netta l’aggressiva politica estera tedesca della seconda guerra mondiale. Un espansionismo necessario alla sopravvivenza della stessa Germania e del popolo tedesco. Il modello delle panregioni di Haushofer riprende alcuni elementi del modello geopolitico di Mackinder (utilizzando alcune delle strutture spaziali della teoria del cuore continentale).
Finalmente, vi abbiamo mostrato uno dei modelli geopolitici più criticati ma, allo stesso tempo, utilizzati e “riciclati” dalla destra conservatrice e reazionaria: il Clash of civilizations, ovvero lo scontro delle civiltà (teorizzato dal cattedratico Samuel Huntington). In risposta all’eccessivo ottimismo dell’allievo Francis Fukuyama sulla “fine della storia” e la vittoria definitiva del modello occidentale, Huntington osserva la realtà del momento (1993, poco dopo la fine della guerra fredda) e razionalizza i fuochi di guerra riconducendoli allo scontro di diverse civiltà.
Mappe geopolitica: biologismo e civiltà superiori
In tutti i casi qui sopra brevemente descritti (approfondibili nei link di riferimento) vi sono elementi comuni o, per lo meno, riciclati sotto distinte spoglie. In questo caso, si pone in evidenza la sottesa supremazia di una o più nazioni, di una o più civiltà. Vediamo come.
Il modello di Halford Mackinder (1904) si sviluppa in un periodo di decadenza dell’impero britannico, con gli Stati Uniti in forte ascesa, insieme alla potenza continentale tedesca e al ruggente leone asiatico giapponese. È il momento del florido imperialismo, un nuovo colonialismo sotto mentite spoglie ma che mantiene – come elemento di legittimazione – la superiorità della civiltà occidentale, moralmente capeggiata dal Regno Unito. L’antropomorfizzazione delle civiltà palesa tale superiorità. Si veda come tutte le civiltà osservano e ammirano il modello britannico: seduta sul trono del mondo. Spiccano, in alto, i valori di Libertà e fratellanza. La federazione richiama a quel “costone esterno” (o cintura esterna) che svilupperà, in seguito, Mackinder.
Mappe geopolitica: l’influenza di Darwin
L’elemento del biologismo si rifà direttamente alle teorie di Charles Darwin, raccolte nel celeberrismo “l’origine delle specie”. Il testo ebbe un grande impatto anche nel mondo delle scienze sociali. Lo specismo e la lotta per la sopravvivenza diventarono il perno della teoria del conflitto degli anni dell’imperialismo. La biologia marcava la possibilità di una Nazione di potersi sviluppare e progredire. Alcune nazioni si vedevano vincolate da una storia comune e valori relativamente condivisi. Il caso europeo è assolutamente lampante: la ripartizione della “torta africana” si compie tra tutti gli Stati principali, legittimati dalla superiorità della civiltà occidentale.
La questione biologica viene ripresa con una nota ancor più drammatica da Haushofer, il quale ricorre al concetto di Lebensraum (spazio vitale) per giustificare l’espansione tedesca. Nella teoria delle panregioni di Haushofer si fa riferimento al popolo tedesco e la necessità di avere un territorio più ampio per garantire la sua sopravvivenza. Haushofer inizia il discorso sull’etno-nazionalismo, fondamento dell’ideale geopolitico delle nuove frontiere tedesche.
Mappe geopolitica: la civiltà come essere vivo
Infine Nel terzo e ultimo caso – Clash of civilizations di Samuel Huntington – la supremazia della civiltà occidentale non viene mai messa in discussione, al contrario: il geografo politico assicura che sia necessario garantire l’integrità morale della civiltà occidentale, moralmente capeggiata, in questo caso, dagli Stati Uniti. La “non ingerenza”, in questo caso, sarebbe stata una soluzione per limitare i conflitti. Tuttavia, Huntington è restío anche alla presenza di altre civiltà (specialmente l’islamica) all’interno del cuore della civiltà occidentale. Il grado di “pericolosità” e i valori incarnati dall’Islam sarebbero una minaccia per Europa e Stati Uniti. Il biologismo, in questo caso si presenta sotto una forma distinta e sicuramente meno intellegibile ad una prima, rapida osservazione: la purezza della civiltà occidentale può essere alterata dalla convivenza con altre (specialmente la islamica). È qui che risalta l’essenza biologica della civiltà, anch’essa antropomorfizzata, come le nazioni imperialiste e gli Stati del geografo tedesco Karl Haushofer.
Alessandro Faggiano