Leggi immigrazione: Governo Gentiloni, asilo più veloce e rimpatri più facili
Nella seduta di ieri il Consiglio dei Ministri, su proposta dei Ministri dell’interno Marco Minniti e della giustizia Andrea Orlando, ha approvato un decreto legge varante nuove misure sull’immigrazione. Tre gli obiettivi principali da perseguire attraverso il dl: accelerare le procedure amministrative e giurisdizionali in materia di protezione internazionale; introdurre misure volte a rendere più celeri le operazioni di identificazione dei cittadini di Paesi extra europei; contrastare l’immigrazione illegale.
Leggi immigrazione: la norma in dettaglio
Sezioni specializzate in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell’Unione europea. Istituite presso i tribunali di Bari, Bologna, Brescia, Cagliari, Catania, Catanzaro, Firenze, Lecce, Milano, Palermo, Roma, Napoli, Torino e Venezia, le 14 sezioni avranno competenza relativamente a mancato riconoscimento del diritto di soggiorno sul territorio nazionale in favore di cittadini Ue; impugnazione del provvedimento di allontanamento nei confronti di cittadini Ue per motivi di pubblica sicurezza; riconoscimento della protezione internazionale; mancato rilascio, rinnovo o revoca del permesso di soggiorno per motivi umanitari; diniego del nulla osta al ricongiungimento familiare e del permesso di soggiorno per motivi familiari; accertamento dello stato di apolidia.
Semplificazione ed efficientamento delle procedure. Il decreto introduce misure finalizzate alla facilitazione dell’iter, burocratico e giudiziario, per il riconoscimento della protezione internazionale per i richiedenti.
Lavori di pubblica utilità. Il decreto prevede che i prefetti, d’intesa con i Comuni, promuovano iniziative tese a favorire l’impiego dei richiedenti asilo, su base volontaria e gratuita, nello svolgimento di attività con finalità di carattere sociale in favore delle comunità locali. Due gli obiettivi principali: colmare il vuoto di attesa tra richiesta di asilo e approvazione o rifiuto della stessa; favorire l’integrazione dei richiedenti nel tessuto sociale della località in cui sono ospitati. A questo scopo, i Comuni potranno predisporre progetti da finanziare con risorse europee destinate al settore dell’immigrazione e dell’asilo.
Accelerazione procedure di identificazione e per la definizione dello status dei migranti extra europei. Il decreto prevede l’individuazione di centri, tra quelli destinati alla prima accoglienza, dove allocare i flussi di migranti per le esigenze di primo soccorso e prima accoglienza. In questi verrà effettuato un primo screening sanitario e verranno avviate le procedure di identificazione. Tali procedimenti saranno portati avanti assicurando l’informazione sulla procedura internazionale, sul programma di ricollocazione all’interno di altri Stati membri dell’Unione europea, nonché sulla possibilità del ricorso al rimpatrio volontario assistito. In questi centri saranno anche effettuate le operazioni di fotosegnalamento, di rilevamento delle impronte digitali e di registrazione obbligatorie per gli Stati membri dell’Unione europea.
Centri di permanenza per il rimpatrio, che sostituiscono i vecchi CIE (centri di identificazione ed espulsione). In un’ottica di potenziamento della rete di tali centri, la dislocazione delle nuove strutture, che saranno una per regione, avverrà privilegiando siti che risultino più facilmente raggiungibili e nei quali siano presenti strutture pubbliche che possano essere riconvertite allo scopo.
Rendere “più rapidi i processi di concessione del diritto d’asilo ai rifugiati, più trasparenti i meccanismi di accoglienza e facilitare, con diverse misure, i meccanismi necessari per i rimpatri dei migranti che non hanno diritto d’asilo”, annuncia con soddisfazione il premier Paolo Gentiloni in conferenza stampa, subito dopo l’approvazione del dl immigrazione. “Il decreto – dichiara il primo ministro – contiene misure per attrezzare il Paese a nuove sfide. Ci teniamo molto stretti i nostri valori umanitari e dell’accoglienza e rivendichiamo il lavoro fatto in questi anni, perché credo che l’Italia abbia un buon curriculum nonostante le difficoltà ed i numeri da fronteggiare”.
Ma c’è di più. Secondo Gentiloni, il decreto approvato conferma nuovamente che è il nostro Paese ad aver indicato la strada all’Europa in tema di immigrazione. “Se l’Unione ha una strategia e un’agenda, sia pure a nostro avviso del tutto insufficiente, questo nasce grazie all’iniziativa italiana”, commenta il Presidente del Consiglio.
“Con il decreto l’Italia ha fatto un grande sforzo, siamo orgogliosi”, spiega il Ministro dell’Interno, Marco Minniti, in conferenza stampa. “Ora il Paese va orientato verso un’accoglienza diffusa, perciò abbiamo fatto un patto con l’Anci e si lavora per avere in tempi ragionevoli una progressiva diminuzione dei grandi centri d’accoglienza”, continua il ministro. Che aggiunge: “Bisogna abbattere i tempi di riconoscimento del diritto d’asilo, gli attuali due anni sono troppi. – Per questo – abbiamo deciso di sopprimere un grado di giudizio per i ricorsi, di assumere 250 specialisti per rafforzare le Commissioni d’asilo e, d’intesa tra prefetture e Comuni, puntiamo all’utilizzazione volontaria gratuita per lavori socialmente utili dei richiedenti”.