Il Servizio civile diventa universale. Al via i decreti attuativi della riforma del Terzo settore
Il 25 maggio scorso la Camera approvava in via definitiva la riforma del Terzo settore, dell’impresa sociale e del servizio civile universale. Dopo otto mesi e mezzo, nella giornata di venerdì 10 febbraio 2017, il Consiglio dei Ministri ha approvato uno dei decreti attuativi principi della riforma, quello che disciplina il servizio civile, diventante “universale”. “A 45 anni dall’introduzione di un servizio civile sostitutivo di quello militare, si scrive una delle più importanti pagine di storia del volontariato giovanile”, commenta, entusiasta, Enrico Maria Borrelli, presidente del Forum nazionale servizio civile (Fnsc).
Servizio civile universale: ogni anno coinvolti 100mila giovani
Il decreto legislativo licenziato completa l’iter del primo tassello della riforma del Terzo Settore, impegnando lo Stato a coinvolgere, ogni anno, 100mila giovani tra i 18 e i 29 anni a fronte degli attuali 10mila. Inoltre, sempre in termini di “universalità”, con la nuova normativa anche i cittadini dell’Unione europea e gli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia potranno accedere al servizio civile. Un passo in più in una logica europeista e globale, a cui si aggiunge la possibilità per i ragazzi impiegati nei progetti sul territorio italiano di svolgere tre mesi di attività in uno dei Paesi membri dell’UE o, in alternativa, di richiedere un’azione di tutoring per l’accesso al mercato del lavoro.
Rispetto alla disciplina precedente (legge n. 64 del 2001), inoltre, è prevista una sorta di premio per quegli enti che garantiranno l’inserimento nei progetti di giovani in situazioni di svantaggio.
Servizio civile universale: riduzione a 25 ore settimanali
Battaglia vinta dalle organizzazioni no profit, le ore settimanali del servizio sono ridotte a 25 (prima 30). Una scelta che avvicina il servizio civile a quello spirito volontario con cui era stato concepito e che lo allontana dalla distorta idea di lavoro a basso costo, sottolineano le associazioni.
Inoltre, aggiunge Borrelli, “la riduzione a 25 ore settimanali rende il servizio civile più accessibile perché maggiormente conciliabile con la vita dei giovani, in questo momento storico profondamente segnata dalla crisi occupazionale”, delineando un nuovo profilo di flessibilità, confermato dalla possibilità di modulare la durata del servizio da 8 a 12 mesi (con la precedente normativa il servizio civile doveva durare obbligatoriamente un anno).
Servizio civile universale: cosa cambia sul fronte organizzativo
Da un punto di vista organizzativo, la programmazione sarà su base triennale e gli enti accreditati, sia pubblici che privati, dovranno essere iscritti presso un Albo apposito.
Allo Stato è rimesso sia il controllo attraverso indagini ispettive, sia la valutazione e verifica dello svolgimento da parte degli enti accreditati, mentre Regioni e Province autonome sono chiamate a cooperare nella realizzazione degli interventi.
Centrale sarà anche il ruolo della Consulta nazionale per il servizio civile e la Rappresentanza degli operatori volontari, che dovranno confrontarsi con lo Stato per l’attuazione del servizio civile.
Servizio civile universale: strumento di di difesa non armata, di educazione alla pace e di promozione dei valori fondativi della Repubblica
Come si legge nel comunicato stampa del Consiglio dei Ministri, l’obiettivo del governo è quello di “rafforzare il servizio civile quale strumento di difesa non armata della Patria ai sensi degli artt. 11 e 52 della Costituzione, di educazione alla pace tra i popoli e di promozione dei valori fondativi della Repubblica”.
Il decreto, in questo senso, elenca i micro ambiti dei progetti di servizio civile: protezione civile, assistenza, patrimonio ambientale e riqualificazione urbana, nonviolenza e difesa non armata, patrimonio storico, artistico e culturale, educazione, promozione culturale e sport, agricoltura in zona di montagna e sociale, biodiversità, promozione della pace tra i popoli, promozione e tutela dei diritti umani, cooperazione allo sviluppo, promozione della cultura italiana all’estero e sostegno alle comunità di italiani all’estero.
Continuando nel suo commento alla stampa, il presidente del FSNC, Enrico Maria Borrelli, ha comunque sollecitato il governo a procedere, il prima possibile, alla “individuazione della delega governativa in materia di giovani e servizio civile – poiché – senza di essa la norma appena approvata rischia di restare lettera morta. Senza un interlocutore istituzionale con cui riprendere il confronto con le parti sociali – infatti – non solo sarà impossibile avviare l’organizzazione del nuovo servizio civile, ma – continua Borrelli – si rischia di lasciare decine di migliaia di giovani volontari senza rimborsi e senza assicurazione”.
Il governo, da parte sua, esprime la propria soddisfazione nelle parole del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, che dichiara: “Abbiamo mantenuto un impegno con i giovani. È un passo avanti importante”.
Servizio civile universale: impegno per un Servizio civile comunitario
“Da oggi l’Italia – conclude Enrico Maria Borrelli – si accredita definitivamente come portavoce del Servizio civile in Europa”. Infatti, nelle prossime settimane, il Fnsc darà il proprio contributo, insieme ad altre associazioni italiane, alle consultazioni pubbliche avviate dalla Commissione Europea per definire l’impianto normativo dei Corpi di solidarietà, che rappresentano la risposta europea alla richiesta, avanzata in primis dall’Italia, di un Servizio civile di dimensioni comunitarie.