Riforme: ecco tutte le novità nel settore del pubblico impiego
Pubblico impiego, le novità: lavoro da casa, part-time, accesso agli asili più facile
Due parole: flessibilità ed efficienza. Linee guida dell’azione del governo, impegnato in un giro di discussioni con i sindacati in vista del Consiglio dei Ministri di venerdì, che darà il via libera al #Testo unico sul pubblico impiego.
Oltre al Testo unico, ci saranno anche delle novità in tema di miglioramento del rapporto vita-lavoro dei dipendenti statali. Il Ministro per la Semplificazione e la pubblica amministrazione, #Marianna Madia, di concerto con il Dipartimento per le Pari opportunità, sta lavorando alla redazione di una direttiva ad hoc che punta sullo smartworking.
L’idea alla base della direttiva è l’immagine dell’attuale impiegato pubblico italiano che, nonostante l’era digitale, non è cambiata molto negli anni, anzi nei decenni. Ed ecco che il governo fa proprie parole quali lo smartworking, ovvero realtà esistenti nel settore privato che il documento su cui la Madia sta lavorando cerca di trasporre anche nell’arena pubblica.
Pubblico impiego: lo smartworking
Ma cos’è lo smartworking, italianizzato, il lavoro agile?
“Modalità flessibile di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato allo scopo di incrementare la produttività e agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”. Così si legge nella relazione introduttiva al disegno di legge sulle nuove misure per il lavoro autonomo che contiene, nella seconda parte, le norme sul lavoro agile.
Approvato il 28 gennaio scorso, il testo detta anche i confini dello smartworking: il lavoro agile è quel lavoro che può essere svolto in parte all’interno dei locali aziendali e in parte all’esterno, seguendo però gli orari previsti dal contratto di riferimento e prevede l’assenza di una postazione fissa durante i periodi di lavoro svolti all’esterno dei locali aziendali.
Alla base di questi cambiamenti proposti dal governo stanno, come anticipato sopra, sia la volontà di adeguare la legislazione corrente in tema di lavoro ai cambiamenti in seno alla società (tecnologizzazione della vita ed esaurimento della figura della donna-casalinga) sia, e soprattutto, raggiungere target di efficienza e qualità nei servizi pubblici.
Pubblico impiego: lavoro da casa e part-time
Per quanto riguarda il lavoro da casa nell’ambito dell’amministrazione pubblica, la direttiva, ancora in bozza, lo “istituzionalizza”. Entro il 2018, infatti, almeno il 10 per cento dei dipendenti pubblici sarà messo in condizioni di prestare servizio attraverso “nuove modalità spazio temporali” (ad oggi, stando al Conto annuale della Ragioneria dello Stato, la quota statali che svolgono il telelavoro è praticamente pari a zero). Inoltre, sarà più facile l’accesso al part-time, che oggi riguarda solo il 5,6% dei dipendenti statali.
Pubblico impiego: accesso semplificato agli asili per i figli dei dipendenti pubblici
Ma non è tutto. In un’ottica “family friendly”, oltre al telelavoro e alla semplificazione dell’accesso al part-time, nella direttiva è prevista una facilitazione nel procedimento per l’iscrizione all’asilo dei figli degli statali.
Infatti, si prevede che le amministrazioni stringano accordi non soltanto con gli asili nido, ma anche con le scuole dell’infanzia, così da permettere ai dipendenti statali la (quasi) certezza di copertura per i propri figli. A questo si aggiunge la facoltà per le amministrazioni di stringere accordi anche con enti che organizzano campi estivi, così da andare in contro ai genitori, impiegati nell’amministrazione pubblica, durante i periodi di chiusura delle scuole.
Insomma, le novità per gli statali sono molte: oltre al Testo Unico, in arrivo alla fine della settimana, ci saranno anche misure atte a migliorare la conciliazione vita-lavoro. In realtà anche il rinnovo dei contratti potrebbe riservare qualche sorpresa in materia, magari riguardante la flessibilità oraria.