Il Presidente Joe Biden ha annunciato la creazione di una commissione bipartisan per studiare una possibile riforma della Corte Suprema che preveda, fra le altre cose, l’ingresso di nuovi giudici in aggiunta ai 9 attuali. La commissione sarà composta da 36 giuristi e produrrà un rapporto entro 6 mesi, che, secondo la Casa Bianca, offrirà una “disamina dei meriti e della legalità delle proposte di riforma prese in considerazione”.
Il massimo tribunale statunitense torna dunque al centro degli accesi scontri fra Democratici e Repubblicani, in un annoso dibattito che rischia di minare la credibilità e indipendenza della Corte agli occhi dell’opinione pubblica.
Negli ultimi anni, infatti, la nomina dei giudici costituzionali si è spesso trasformata in un braccio di ferro fra Casa Bianca e Senato. Nel febbraio 2016, alla morte del giudice di area conservatrice Antonin Scalia, il Senato a guida repubblicana rifiutò di prendere in considerazione il giudice nominato dal presidente uscente Barack Obama, sostenendo che sarebbe spettato ai cittadini, nelle imminenti elezioni di novembre, decidere sulla direzione della Corte. Una volta insediatosi, Donald Trump poté dunque nominare e veder approvato in tempi brevi il giudice Neil Gorsuch.
In soli 4 anni di presidenza Trump, peraltro, i Repubblicani sono riusciti ad aggiudicarsi ben 3 seggi della Corte, a motivo delle dimissioni, nell’estate del 2018, del giudice di stampo libertario Anthony Kennedy e della morte, nel settembre 2020, della giudice e icona progressista Ruth Bader Ginsburg. A oggi, pertanto, i Presidenti Repubblicani hanno nominato 6 dei 9 giudici della Corte.
E’ così l’ala progressista del Partito Democratico a spingere perché la Corte sia composta da 11 o 13 membri, di modo che il presidente (democratico) possa nominare giudici di orientamento liberal e riportare “in equilibrio” la Corte. Biden, dal canto suo, ha finora evitato di prendere una posizione chiara in materia.
Il precedente storico
La Costituzione degli Stati Uniti d’America non prevede un dato numero di giudici associati alla Corte Suprema. La composizione numerica di quest’ultima è in effetti cambiata più volte, ma è ormai dal 1869 che i giudici della Corte sono nove. Né è la prima volta che un presidente avanza l’ipotesi di aumentare i giudici costituzionali.
Nel 1937, infatti, Franklin Delano Roosevelt annunciò un piano per espandere la Corte fino a 15 giudici. La proposta avrebbe reso, nelle intenzioni della Casa Bianca, “più efficiente” la Corte, ma va notato come negli anni ’30 il tribunale costituzionale avesse bloccato molti provvedimenti del New Deal rooseveltiano. Il piano, tuttavia, s’infranse contro l’opposizione dei Repubblicani e di molti Democratici al Congresso, e non vide la luce. Anche per quanto riguarda la Corte Suprema, insomma, si delineano analogie fra l’ex-Presidente e Joe Biden.