Economia Italia, Stipendi: quelli degli italiani sono ancora i peggiori d’Europa

Pubblicato il 18 Febbraio 2017 alle 15:51 Autore: Alessandro De Luca
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Economia Italia, Stipendi: quelli degli italiani sono ancora i peggiori d’Europa

Gli stipendi dei lavoratori italiani restano i peggiori d’Europa per il secondo anno consecutivo. A dirlo è una inchiesta del settimanale l’Espresso, che cita i dati Eurostat aggiornati all’anno 2014.

In media il salario italiano nei principali settori indagati da parte dell’agenzia di statistica europea risulta essere tra i più bassi. Soprattutto se rapportato a quello percepito dai lavoratori dei principali paesi europei come Francia, Regno Unito, Germania e Spagna. Fatta eccezione delle Attività estrattive – dove l’Italia si posizione sul gradino più basso del podio dopo inglesi e tedeschi – il Bel Paese si trova spesso a fare da fanalino di coda, in tandem con la Spagna. Comunque, anche in altri quattro campi la retribuzione si dimostra in linea con la media europea. Parliamo dei due settori più tipicamente legati al turismo – alloggio e ristorazione – oltre alla sanità e ai servizi sociali.

Economia Italia, Stipendi: i più pagati sono uomini e anziani

Dall’indagine dell’Eurostat, poi, emerge un’Italia ancora dominata da due gap, spiega L’Espresso. Quello sessuale e quello dell’età.

Nel nostro paese, infatti, le donne hanno stipendi mediamente più bassi di quelli percepiti dai colleghi maschi. Ciò è particolarmente evidente in due ambiti professionali: quello finanziario e quello tecnico-scientifico, nei quali la differenza si aggira intorno ai 1.000 euro. Al contrario, nei settori di alloggio, ristorazione e fornitura di servizi idrici, le prestazioni lavorative di uomini e donne conoscono livelli di remunerazione molto simile.

Un gap, quello tra gli stipendi di uomini e donne, però, che ha conosciuto una evoluzione nel corso del tempo. La maggiore differenza, infatti, fa notare l’Espresso, è tra i soggetti più anziani delle due categorie di genere. Maschi e femmine giovani, infatti, hanno stipendi non tanto differenti tra loro. E da qui, l’ipotesi spiegata in alcuni studi per i quali si siano fatti sentire negli ultimi decenni gli effetti di un aumento dell’istruzione femminile.

Quella tra i cadetti e i veterani, invece, è una differenza quanto mai evidente in Italia e che rappresenta una eccezione nel panorama europeo. Per il nostro paese, infatti, non vale la regola vigente in paesi come Germania o Regno Unito. In questi stati, infatti, lo stipendio tocca il suo apice intorno ai 50 anni, quando competenza energia si bilanciano. Al contrario, in Italia più si è anziani, più la remunerazione tende ad incrementare.

Si hanno scatti più ingenti nel settore estrattivo, dove lo stipendio medio aumenta di circa 3.000 euro. Diversa, invece, è la sorte di chi lavora nell’ambito amministrativo: le retribuzioni, infatti, restano sugli stessi livelli a qualsiasi età.

Economia Italia, Stipendi, Ocse : Skill mismatch e bassa produttività

Secondo l’Espresso, però, la ricerca dell’Eurostat non riflette alcune differenze di fondo tra i diversi Stati. Una di queste è la qualità della vita, che si relaziona al potere d’acquisto. Un’altra, invece, è rappresentata dalle tasse sul lavoro, più stringenti in Italia, Francia e Germania rispetto alle imposte di Spagna e Regno Unito.

Nonostante gli aggiustamenti del caso, dicono dal settimanale di Tommaso Cerno, la situazione non cambia. Gli stipendi italiani, infatti, restano tra i più bassi. Una problematica su cui, anche l’Ocse ha detto la sua, nel suo rapporto biennale sull’Italia appena pubblicato. L’organizzazione parigina, in particolare, punta il dito su due fattori. Uno riguarda l’accentramento del capitale e della manodopera su imprese a scarsa produttività. L’altro è l’elevato mismatch che affligge l’Italia. In pratica, nel nostro paese domanda ed offerta di competenza fanno fatica a coincidere, perché i lavoratori hanno competenze inferiori rispetto a quelle richieste.

L'autore: Alessandro De Luca

Classe 1990. Laureato in Scienze politiche (indirizzo Scienze di governo e della Comunicazione Pubblica) alla Luiss Guido Carli di Roma. Giornalismo e politica, le mie passioni da sempre. Collabora con Termometro Politico da maggio 2014. Attualmente è membro di Giunta dell'Associazione Luca Coscioni.
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