Elezioni Ecuador, i risultati: Lenín Moreno al 38,8%, Lasso fermo al 28,5%
Elezioni Ecuador, i risultati: voto estero ancora non computato, sarà decisivo
Il 19 febbraio si sono celebrate le elezioni presidenziali in Ecuador. Il massimo rappresentante del Paese, il presidente uscente Rafael Correa di Alianza País, lascia in eredità un Paese con un PIL raddoppiato, un nuovo assetto costituzionale e una spinosa questione pendente con la popolazione Yasouní dell’Amazzonia. Da un lato, l’ex vicepresidente del primo mandato di Correa, Lenín Moreno, porta avanti il progetto del socialismo del XXI secolo. Dall’altro, il massimo candidato dell’opposizione è Guillem Lasso, banchiere ed ex ministro dell’economia, considerato tra i responsabili del crack finanziario ecuadoregno degli anni ’90 che costrinse centinaia di migliaia di famiglie a cercare fortuna altrove.
Elezioni Ecuador, i risultati: Moreno vince ma si va verso secondo turno
Il candidato di Alianza País vince in Ecuador con il 38,80% delle preferenze, staccando di oltre 10 punti il banchiere ed ex ministro Guillem Lasso (attestatosi al 28,50%). Ancor più dietro, la socialdemocratica Cynthia Viteri, che supera la soglia del 10%. Il sistema elettorale ecuadoregno prevede il ballottaggio nel caso il primo candidato non raggiunga il 50%+1 delle preferenze, o il 40% ma con un distacco di 10 punti percentuali dal secondo. Moreno ci è andato molto vicino ma non ha raggiunto la fatidica quota, complice l’ottima performance di Lasso e la dispersione di voto per candidati minori. Lasso festeggia e proclama l’intenzione di creare un tavolo di governabilità di larghe intese, che punti allo scardinamento del governo socialista. Tuttavia, i giochi potrebbero chiudersi ancor prima di riaprirsi definitivamente.
Elezioni Ecuador, i risultati: voto estero ancora non computato
Ancora non sono giunti i risultati del voto estero. La particolarità del voto ecuadoregno in terra straniera deriva dalla natura della migrazione, dovuta in grandissima parte alla crisi finanziaria degli anni ’90. L’elettorato estero potrebbe essere il vero ago della bilancia. Il 40% per Lenín Moreno è ancora a portata di mano e l’Ecuador potrebbe riconfermarsi, a breve, come il vero fortino del socialismo sudamericano.