Sondaggi elettorali Porta a Porta: la cosa rossa vale tra 8% e 10,5%
Sondaggi elettorali Porta a Porta: la cosa rossa vale tra 8% e 10,5%
Secondo l’ultimo sondaggio elettorale eseguito dagli istituti di IPR e Tecnè per la storica trasmissione di Rai 1, la ‘cosa rossa’ avrebbe un attrattivo non indifferente. Il poker di dissidenti – D’Alema, Speranza, Rossi e il probabile leader Pierluigi Bersani – ha tutte le carte in regola per scombussolare ulteriormente il panorama politico nazionale. Dopo aver dato il loro apporto alla campagna per il ‘No’ alla riforma costituzionale, i rapporti con la maggioranza si sono ulteriormente incrinati. D’Alema lanciò il movimento del ConSenso. Speranza e Rossi sembrano aver rinunciato definitivamente alla segreteria del PD per rilanciarsi al di fuori dell’organizzazione con sede in via del Nazareno. Bersani, tra i quattro, fu il primo a paventare l’idea della scissione.
Sondaggi elettorali IPR: senza scissione, PD in testa
Per l’istituto demoscopico IPR, il PD – senza scissione – manterrebbe la prima posizione per intenzioni di voto (attestandosi al 29%). Sinistra Italiana del neo-segretario Fratoianni raggiunge un dignitoso 4%. La possibile coalizione larga di centrodestra (Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia e Nuovo Centro Destra) raggiungerebbe il 34,5% complessivo – con FI e LN appaiate a 13 punti percentuali -. Il Movimento 5 Stelle incalza il PD, raggiungendo il 28% dei consensi.
In caso di eventuale – e sempre più probabile – scissione, la nuova cosa rossa varrebbe 8 punti: 7 di questi “sottratti” al Partito Democratico e uno al Movimento 5 Stelle. In questo caso, Il Movimento risulterebbe di gran lunga il partito più votato.
Sondaggi elettorali Tecnè: cosa rossa in doppia cifra
Per Tecnè, le intenzioni di voto senza scissione sono molto simili a quelli di IPR. Si confermerebbero le percentuali per tutti i partiti, meno che per l’opzione “altri partiti” (come Possibile, Polo Sovranista ecc.), stimato al 3% piuttosto che al 3,5%, e il flop di NCD (al 2% invece che 3,5%). Il M5S raggiunge quota 30% e con o senza scissione del Partito Democratico sarebbe il primo partito d’Italia.
In caso di scissione, i sondaggisti di Tecnè prevedono che il 10,5% della cosa rossa alla ricerca di un nome derivino dal PD (6%), dagli elettori scontenti di sinistra del M5S (2,5%) e da una parte dei votanti di altri partiti di sinistra (0,5%). La stessa Sinistra Italiana si ritroverebbe fortemente rimarginata, passando dal 4% al 2,5%.