I consumi in Italia, i redditi sono sotto la media europea, ma la voglia di comprare c’è, come si arrangiano gli italiani
La crisi economica ha colpito duro nel nostro Paese, lo sappiamo, e l’attuale ripresa appare molto, troppo lenta. Agli attuali ritmi di crescita del PIL, la crescita più bassa d’Europa, lo ricordiamo, potremmo tornare ai livelli di reddito precedenti la recessione del 2008-09 e quella del 2011-2014 solo nel prossimo decennio, mentre altri Paesi, come la Spagna, stanno recuperando molto velocemente.
Contrariamente a quanto accaduto all’inizio della crisi, quando era stato solo il commercio estero ad essere colpito, man mano sono stati i consumi dei cittadini ad avere sofferto. La perdita di posti di lavoro, l’incertezza, in alcuni casi la perdita di ricchezza, ha spinto in basso gli acquisti. E anzi, solo la ripresa dell’export ha frenato la nostra recessione.
Ora rimangono le cicatrici di questo lungo periodo di crisi economica, la più grave dal Dopoguerra, ma sono proprio i consumi quelli che in questo momento cercano di ripartire, con l’aiuto di saldi, o la ricerca di sconti e occasioni. Sono diversi i siti che offrono codici sconto o coupon che permettono di risparmiare sulle principali marche, in acquisti online o tradizionali, come Picodi per esempio che offre la possibilità di spendere meno su marchi come Decathlon, Zalando, Sephora, o Douglas Picodi.
Gli sconti possono essere in percentuale, arrivando anche al 65%, oppure in euro, con la possibilità di risparmiare 5-10€ o più.
E’ questo “farsi furbi” e ricercare le occasioni una della conseguenze della crisi, collegata al fatto che siamo scesi sotto la media europea per quanto riguarda il reddito disponibile, ovvero quello che riusciamo a tenere in tasca da spendere dopo le tasse ed eventuali altre sottrazioni o sussidi.
Nello specifico oggi questo è di circa 500€ inferiore alla media europea, il 20% in meno. In Italia una famiglia dispone di 2806€ contro i 3371€ in Europa. In Germania la disponibilità è di 4 mila €, in Francia 3200€, nel Regno Unito 3500€.
Una disponibilità di spesa dunque ancora più bassa di quello che il PIL procapite, di fatto nella media europea, farebbe pensare.
Consumi in Italia, crescono giochi, elettronica, edutainment
Eppure, dicevamo, la voglia di consumare c’è, nel 2015 c’è stata una crescita dei consumi non food del 1,4%, a fronte di una crescita del reddito disponibile solo del 0,9%. Ce lo dice l’Osservatorio Non Food 2016 di GS1 Italy.
In particolare vi è una crescente voglia di beni non tradizionali. Per esempio vanno male abbigliamento e tessili, in calo di più del 2% nel 2015, mentre vanno benissimo giocattoli, +6%, e prodotti come l’elettronica di consumo, +5%, o l’edutainment, ovvero quei prodotti che permettono un apprendimento divertente, del 4,1%. Bene anche i prodotti di profumeria, +3,6%
In qualche caso questi prodotti sono acquistati online, certamente più di frequente del food o delle calzature e dell’abbigliamento, ma già sappiamo come gli italiani siano piuttosto allergici all’e-commerce: solo il 26% secondo l’ISTAT aveva fatto un acquisto online nel 2015, contro una media europea del 53%
Allora quali altri metodi vi sono per non rinunciare allo shopping e salvaguardare il portafogli? I coupon e i codici sconto, appunto, anche questi una delle conseguenze della globalizzazione, della possibilità che multinazionali globali hanno, gestendo enormi volumi, di essere flessibili sul prezzo, gestendo i magazzini e lanciando promozioni che aziende piccole non possono permettersi.
Viene spontaneo chiedersi se allora è il marketing dunque che ci salvera?