Notizie dal mondo: il Medioriente spiegato con 3 fatti
Notizie dal mondo: il Medioriente spiegato con 3 fatti
La battaglia di Al Bab e le mire turche, i visti negati a Human Right Watch da parte di Israele e il viaggio segreto di McCain in Siria: le tre notizie dal Medio Oriente selezionate per voi.
Notizie dal mondo, Turchia: Al Bab è il capolinea siriano?
Le forze armate turche, insieme agli alleati siriani, hanno strappato il controllo di Al Bab, snodo chiave nel Nord della Siria, ai miliziani dell’IS. La città si trova a soli 25 km dal confine turco ed è stata protagonista di tre mesi di attacchi da parte dell’esercito di Ankara, insieme ai gruppi ribelli collegati. “E’ passato tanto tempo da quando ci siamo mossi su Al Bab, ma oggi possiamo affermare che abbiamo ripreso il controllo del centro cittadino”, le parole del Ministro della difesa turco, Fikri Isik, all’agenzia Anadolu. “La maggior parte di Al Bab è sotto il nostro controllo”, conferma un comandante del ELS ad Al Jazeera. Lo stesso militare dell’esercito libero siriano ammette però che la città è ancora piena di trappole esplosive.
Alle parole entusiaste del Ministro della difesa turco fanno eco i comunicati dell’osservatorio siriano per i diritti umani. L’organizzazione con base a Londra ha affermato nella giornata di ieri che più della metà di Al Bab sarebbe ancora sotto il controllo dell’IS. Nella mattinata di venerdì 24 febbraio una macchina contenente esplosivo si è fatta saltare in aria nel centro di Al Bab, provocando 29 morti e decine di feriti: la riprova che la città non sarebbe stata totalmente pacificata.
Al Bab è un punto di snodo fondamentale per la Turchia, come dimostra l’intensità con cui le forze armate di Ankara hanno affiancato i ribelli siriani nella sua liberazione. Inizialmente accusata dagli alleati di chiudere gli occhi di fronte ai miliziani dell’Isis, Ankara è adesso determinata a eliminare il Daesh, promotore di diversi attentati in Turchia, tra cui quello dell’ultimo dell’anno a Istanbul che ha causato 39 morti e 70 feriti. Ma l’operazione Al Bab non è solo vendetta. Lo “scudo dell’Eufrate”, la manovra turca su suolo siriano, è stata attuata per impedire che le forze curdo siriane unissero i cantoni di Jazira e Kobane, creando un territorio curdo unico adiacente al confino turco.
Dopo la presa di Al Bab non ci sono indicazioni certe sui prossimi possibili movimenti. Senza l’appoggio Usa, la forze armate turche non possono muovere su Manbij, città ad est di Al Bab, controllata dalle forze dell’Ypg. Ankara vorrebbe invece inserirsi nella corsa alla liberazione di Raqqa dall’IS, ma gli americani, come dimostra la recente visita del senatore John McCain in Siria, sembrano confermare l’unica linea che ad ora abbia dato frutti nello scatolone siriano: appoggio ai curdi contro l’Isis.
Notizie del mondo, Israele: negati i visti allo staff di HRW
Gerusalemme si è rifiutata di rilasciare i visti allo staff dell’organizzazione internazionale Human Right Watch. Il caso è esploso quando il Ministero degli affari esteri israeliano ha negato l’entrata nel paese al nuovo direttore dell’area Omar Shakir, un cittadino americano, accusando l’organizzazione con sede a New York di fare “attività pubbliche e report al servizio della propaganda palestinese, mentre sfoggia la falsa bandiera dei diritti dell’uomo”. Le argomentazioni mosse contro l’organizzazione che documenta abusi ai diritti dell’uomo, non sono però un caso isolato, infatti il Governo di destra di Netanyahu nell’ultimo anno ha stretto la morsa sulle ONG.
Human Right Watch ha definito la mossa dell’esecutivo israeliano “una svolta minacciosa”. Il gruppo nega le accuse e risponde evidenziando l’imparzialità del suo lavoro. L’organizzazione non governativa ha infatti denunciato violazioni delle libertà compiute indifferentemente sia da palestinesi che da israeliani.
Anche il portavoce del Ministro degli Esteri israeliano Emmanuel Nahshon è intervenuto nel dibattito, ribadendo come “l’ONG ha dimostrato più e più volte di essere un’organizzazione anti israeliana”. Nahshon ha poi aggiunto che il gruppo non è stato bannato completamente: ai collaboratori israeliani e palestinesi è ancora permesso lavorare in Israele. “Per quale ragione dovremmo dare visti lavorativi a chi come unico obiettivo ha quello di attaccarci?”, ancora il portavoce del Ministro degli esteri. La risposta dell’organizzazione è arrivata tramite le parole di Iain Levine, Direttore Esecutivo, “questa decisione dovrebbe preoccupare chiunque e far sorgere domande sull’impegno di Israele nel proteggere i basilari valori democratici”.
Lo scorso anno il parlamento israeliano ha approvato una controversa legge che obbliga le ONG a rivelare l’origine dei propri fondi, soprattutto esteri. Il decreto è stato fortemente criticato, sia in Israele che all’estero. “La legge sulle ONG è indicativa del fascismo strisciante nella società israeliana”, le dure parole di Isaac Herzog, leader dell’opposizione. Anche l’UE ha condannato il decreto, definendola “più che una legge per la trasparenza, un’impedimento ai lavori delle organizzazioni su suolo israeliano”. Omar Shakir, intervenendo sul The Guardian per commentare il visto negato, ha comparato Israele a alcuni regimi autoritari “abbiamo relazioni perfino con i Governi della Corea del Nord, Sudan, Uzbekistan, Cuba e Venezuela, dove non c’è nessun desiderio di lottare per i diritti umani: Israele è entrato nella lista”.
Notizie dal mondo, Siria: il viaggio segreto del Senatore McCain
Il Senatore e Presidente della commissione per le forze armate degli Stati Uniti John McCain ha compiuto la scorsa settimana un viaggio segreto nel Nord della Siria per incontrare le milizie curde e i soldati americani. L’informazione è stata rilasciata dallo stesso ufficio dell’ex candidato alle Presidenziali.
“Il Senatore McCain ha viaggiato nel nord della Siria per visitare le forze armate statunitensi schierate in campo e per discutere le prossime mosse nella guerra contro l’Isis per la liberazione di Raqqa”, così si legge in una mail di servizio diffusa dal portavoce dell’ufficio del Senatore che continua affermando “la visita del Presidente della commissione per le forze armate Usa è una preziosa opportunità per valutare le condizioni sul campo di battaglia”.
Anche se la data di arrivo di John McCain in Siria non è stata confermata, le indiscrezioni suggeriscono che il viaggio sia avvenuto prima degli incontri diplomatici ufficiali con il Presidente turco Erdogan e il Premier Yildirim. Colloqui bilaterali che hanno avuto al centro della discussione il dossier Siria. La posizione della Turchia, ribadita all’ex candidato alle Presidenziali Usa, è chiara: siamo disponibili a far parte di una coalizione anti Isis che punti alla liberazione di Raqqa, ma a patto di escludere i curdi siriani.
Invito che sembra però cadere nel vuoto: sia nell’ottica di McCain che in quella di Trump l’Ypg rimane, grazie alle vittorie conquistate sul campo, l’unico attore capace di colpire a fondo lo Stato Islamico e liberare in tempi certi la capitale Raqqa. Il senatore John McCain è da sempre a favore di un intervento in Siria contro Assad, come dimostra la visita fatta nel 2013 ai leader dell’Esercito Libero Siriano. Adesso che la posizione del Presidente alawita sembra irremovibile, anche grazie all’appoggio russo, McCain spingerà per un maggior coinvolgimento americano sui due fronti anti Isis di Mosul e Raqqa. La Turchia in questa ottica sembra tagliata fuori.
Davide Lemmi