Felipe re di Spagna: “corona vicina ai cittadini”
Dopo 39 anni di regno, Juan Carlos, il re che ha traghettato la Spagna dalla dittatura alla democrazia, ieri ha firmato il suo ultimo atto da capo di Stato, quello che gli permette di abdicare in favore del figlio Felipe. Il vecchio re manterrà l’immunità che spetta al monarca spagnolo per legge, con un decreto verrà garantito il trattamento di “maestà” a lui e alla moglie Sofia, così le Cortes pensano di “metterlo al sicuro” dalla causa legale di un cameriere catalano che sostiene di essere il suo primogenito illegittimo e che lunedì presenterà un’istanza di riconoscimento.
Felipe era già re da ieri, anche se solo in pectore, oggi ha giurato in un’atmosfera solenne – i deputati spagnoli l’hanno salutato al grido di “Viva la Spagna, Viva il Re” – per poi pronunciare il suo discorso programmatico: la Corona dovrà impegnarsi a mantenere la stabilità e la convivenza, in una Spagna scossa da istanze indipendentiste e repubblicane, dai danni della crisi economica; il giovane re dovrà garantire “trasparenza” e ridare alla monarchia il suo ruolo di “autorità morale”. Quella di Felipe VI sarà una “monarchia rinnovata per un tempo nuovo, noi vogliamo una Spagna in cui ogni cittadino ritrovi la fiducia nelle istituzioni e dove tutti i modi di sentirsi spagnoli abbiano il proprio posto“.
Fa discutere la mancanza del crocifisso al momento del giuramento. Alla cerimonia “laica” non ha partecipato Juan Carlos: non ha voluto rubare la scena al figlio. Assente anche la sorella di Felipe, la infanta Cristina, imputata insieme al marito e duca di Palma Iñaki Urdangarin nel caso Nóos.
Madrid – che nel frattempo si preparava ad accogliere Felipe, dona Letizia e le figliolette Sofia e Leonor, la più giovane erede al trono d’Europa – è stata bonificata dai “repubblicani”: “nessuno slogan, bandiera o striscione” ha intimato la polizia, riferendosi a un’ordinanza del Comune sull’ordine pubblico; a Barcellona, invece, è giornata di mobilitazione per i sostenitori della Repubblica.