“Le scissioni sono serie se avvengono in mezzo a movimenti sociali e sono partecipate, se invece sono scelte di singoli deputati si chiamano in un altro modo: operazioni rispettabili dal punto di vista individuale, ma non impegnano un movimento politico”. Lo ha detto Giorgio Airaudo (Sel) intervenendo ad Agorà, su Rai3 parlando del voto di ieri sul dl Irpef alla Camera. “La posizione parlamentare giusta di Sinistra ecologia libertà sul decreto Irpef – spiega Airaudo – doveva essere l’astensione, perchè gli 80 euro sono una notizia positiva per chi li riceve, ma questi 80 euro sono una una tantum e ci sono tagli alla spesa pubblica”.
Quanto ai movimenti interni al suo partito, sostiene: “Mi sembra evidente che Renzi eserciti un effetto calamita in tutte le direzioni. Ma noi siamo opposizione e pensiamo di essere alternativi, infatti non abbiamo mai votato la fiducia al governo in carica. Poi ora si è aperta una discussione, ma secondo me chi dentro al mio partito ha scelto di utilizzare il decreto Irpef per segnare un avvicinamento al Governo ha sbagliato oggetto, perchè avrebbe dovuto fare una battaglia politica più esplicita e pubblica. Io non penso che il contributo di Sinistra ecologia libertà possa avvenire in una cornice di accordo in cui le riforme si fanno con Berlusconi”.
FAVA E MIGLIORE LASCIANO – “Ti comunico – scrive Fava a Vendola – la decisione di dimettermi da Sinistra Ecologia e Libertà. Una scelta dolorosa e insieme inderogabile. Dolorosa per chi, come me, ha immaginato, fortemente voluto e partecipato alla fondazione di Sinistra Ecologia e Libertà. Inderogabile per la distanza che ormai separa Sel dal suo progetto originari. La scelta congressuale e le decisioni di questi mesi – continua Fava – ci hanno portati ad abbandonare il terreno della nostra sfida politica naturale che era quello del socialismo europeo. Abbiamo preferito una collocazione in Europa e una pratica politica in Italia di forte arroccamento identitario”.
Anche Migliore dice addio tramite una lunga lettera: “Non ho cambiato idea sul fatto che in un partito si discute liberamente ma poi si sostiene ciò che la maggioranza decide: come ho fatto nella campagna elettorale e come ho provato a fare in ogni singolo atto parlamentare. Ho però cambiato idea, ieri definitivamente, sulla possibilità che mie posizioni siano compatibili con l’appartenenza al nostro partito. Mi fermo prima. Prima che qualcuno mi chieda improbabili riallineamenti”. “Ringrazio – continua Migliore – tutte le compagne e i compagni, in particolare Nichi e Nicola, per tutti questi anni di vita politica vissuta intensamente. Per la mia storia, la mia provenienza, non vado ‘dove mi porta il cuorè, ma, come scrive Pascal, non vagheggiando sentimentalismi ma facendo appello all’impegno personale, ‘il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conoscè. Porto con me solo il mio libero convincimento di uomo di sinistra e la passione per un’idea della buona politica che ho imparato anche grazie a voi”.
VENDOLA: “E’ IL GIORNO PIU’ DIFFICILE” – “Auguri a chi lascia, ma è un errore politico”, ha risposto Vendola. Andare col governo “è uno sbandamento. Noi non vogliamo entrare nel governo Renzi. Non ci è piaciuto il decreto sul lavoro, ai compagni che vanno via facciamo gli auguri”. Con queste parole Nichi Vendola commenta l’addio di Migliore e Fava. “Per noi è il giorno più difficile. Quando una comunità si spacca in modo così plateale è comunque una ferita. Sono molto dispiaciuto. Ma noi rimaniamo all’opposizione per sfidare Renzi a cambiare agenda politica per combattere contro l’austerity”. E poi sulle sue eventuali dimissioni: “Il mio ruolo di leader è da sempre a disposizione, per me si tratta di una fatica supplementare”.
FUGA VERSO RENZI E IL PD? – Oltre a Fava e Migliore, sarebbero una decina i parlamentari – tra i quali Ileana Piazzoni, Nazareno Pilozzi, Guido Quaranta, Alessandro Zan e Fabio Lavagno – pronti a lasciare il partito di Nichi Vendola. Ancora da stabilire il loro approdo immediato. Potrebbe esserci un primo passaggio al gruppo misto, per poi avviare un percorso unitario verso il Pd.