Concorsi Pubblica Amministrazione: il Milleproroghe fa slittare ancora la selezione dei dirigenti
Agenzie fiscali, slitta ancora il concorso per la selezione dei dirigenti. Il decreto Milleproroghe ha rinviato di nuovo la data della selezione per i dirigenti delle Agenzie governative, a partite da quella delle Entrate. La selezione pubblica si è resa necessaria dopo che nel marzo 2015 la Corte costituzionale ha bocciato l’assegnazione di incarichi in modo discrezionale.
Concorsi Pubblica Amministrazione: il Milleproroghe fa slittare ancora la selezione dei dirigenti
Un emendamento inserito nel decreto ha rinviato la data per l’espletamento del concorso, eludendo la sentenza della Corte costituzionale che aveva bocciato nel 2015 le nomine di circa mille dirigenti, effettuate fino a quel momento senza concorso. La sentenza ha riguardato 800 dirigenti tra Agenzia delle Entrate e Territorio e 200 alle Dogane. Con l’ennesima proroga continuerà a verificarsi la stessa situazione in essere dal 2001, anno in cui furono istituite le Agenzie fiscali, ovvero la scelta dei dirigenti con criteri assolutamente discrezionali, in contrasto con le norme che regolano la materia.
Una prassi interrotta dalla sentenza della Corte Costituzionale, che ha sanzionato il vecchio sistema di nomina e avrebbe dovuto aprire ad una nuova fase, bloccando il vecchio sistema. Fase che ancora non è stata avviata. Per rimediare al vuoto creato dalla sentenza, che ha dichiarato decaduti tutti i vecchi dirigenti, la stessa Consulta aveva stabilito che in attesa del concorso, fossero promossi i funzionari più elevati in grado.
Nel frattempo invece alle Agenzie sono state effettuate altre nomine con criteri discrezionali del tutto simili ai precedenti. Sono stati infatti creati dei ruoli ad hoc: i Pos (posizioni organizzative speciali) e i Pot (posizioni organizzative a tempo). Nei due anni successivi alla sentenza della consulta, sono stati nominati circa 700 tra Pos e Pot, e in molti casi la scelta è caduta, proprio sugli stessi dirigenti la cui posizione era stata dichiara illegittima.
Come ha spiegato Pietro Paolo Boiano, vicesegretario generale del sindacato Dirstat (sindacato degli operatori del pubblico impiego) “diversamente da quanto richiesto dalla Corte, i vertici dell’Agenzia risolsero il problema conferendo centinaia di posizioni operative speciali e a tempo alle stesse persone dichiarate decadute dalla sentenza. Ottenendo così il risultato di non cambiare sostanzialmente nulla”.