Sondaggi elettorali: il Pd crolla al 23% per Ipr
Sondaggi elettorali: il Pd crolla al 23% per Ipr
Ieri è stata una giornata di botta e risposta tra renziani ed ex Pd. Aveva cominciato domenica sera Matteo Renzi, appena tornato dal viaggio in California. L’ex premier aveva puntato il dito contro Massimo D’Alema, considerato il vero regista della scissione dem. Parole che sono state rispedite al mittente sia dal diretto interessato che dall’ex segretario Pd, Pier Luigi Bersani: “Non sia così umile, la disgregazione del partito ha un regista che si chiama Renzi”.
D’accordo con Renzi è invece la vicesegretaria Pd, Debora Serracchiani: “Da Bersani e Emiliano odio personale”. Bersani intanto, lasciato il Pd, si dedica a promuovere il neo Movimento dei Democratici e Progressisti. Ieri, ospite ad un evento a Modena, l’ex segretario ha indicato la via da seguire: “Saremo un centrosinistra alternativo alla destra e sfidante per i 5 Stelle”.
Sondaggi elettorali: bene il centrodestra, se unito
Sarà, ma se il centrosinistra marcia diviso difficilmente raccoglierà qualche frutto. La conferma arriva anche dall’ultimo sondaggio Ipr condotto per Cartabianca, la trasmissione su Rai3 condotta da Bianca Berlinguer. Il nuovo partito di sinistra, stima la rilevazione, raccoglierebbe l’8% dei consensi ottenendo 50 seggi. L’effetto scissione penalizza il Pd che scende al 23% (146 seggi) e lascia il primo posto al Movimento 5 Stelle con il 27% (172 seggi).
Torna in gioco il centrodestra. Unito raccoglierebbe il 31% dei voti (escludendo dal computo Ncd e Udc più orientati a rinsaldare l’alleanza con il Pd renziano). Con la legge elettorale attuale, nessuna coalizione (Pd+Sinistra, o Pd+Forza Italia e Ncd) raggiungerebbe la maggioranza numerica necessaria per governare.