Sondaggi elettorali: listone di centrodestra si avvicina a quota 40%
Con questa legge elettorale e con un fronte politico spaccato in una galassia di partiti grandi e piccoli difficilmente si arriverà ad una maggioranza di governo. Ne è convinto Alessandro Amadori, vice presidente dell’Istituto Piepoli che affida le sue considerazioni ad Affaitaliani.it.
Il Pd post scissione, spiega l’esperto, si attesta al 27-28% mentre la nuova sinistra, ovvero tutto quell’agglomerato di sigle che va da Dp a Sinistra Italiana passando per il Campo Progressista di Pisapia e Possibile di Civati, potrebbe raccogliere tra il 6 e l’8%. Dato in linea con la media delle altre rilevazioni demoscopiche.
Il Movimento 5 Stelle, considerato da tutti come il vero beneficiario della scissione Pd, oscilla invece tra il 26-28%. Sui pentastellati sembra non pesare il caso Raggi e il caso stadio che ha tenuto banco negli ultimi giorni.
Sondaggi elettorali: ingovernabilità assicurata
Nel centrodestra Giorgia Meloni è tornata a parlare di listone unico. Ipotesi che piace a Berlusconi ma non a Matteo Salvini che preferisce correre da solo. I numeri però danno torto al leader della Lega. Un listone unico potrebbe raccogliere tra il 30 e il 37% delle preferenze così divise: Lega e Forza Italia rispettivamente tra il 12 e il 14%, Fratelli d’Italia-An al 4-6% e tutti gli altri di centrodestra (tra cui il Movimento Sovranista di Storace e Alemanno e Conservatori e Riformisti di Fitto) al 2-3%.
Come detto all’inizio è quasi impossibile raggiungere e superare il 40% per ottenere il tanto sospirato premio di maggioranza. E se la legge elettorale non venisse modificata in ottica coalizioni anche in questo caso sarebbe difficile ottenere i seggi necessari per governare.