Cina: storia di un partenariato possibile
La sei giorni di incontri che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha da poco concluso in Cina con i più alti rappresentanti del governo e delle principali istituzioni economico-produttive del Paese, rappresenta un deciso salto di qualità per due potenze dell’export globale.
Cina e Italia: strategia e manifattura
Non vi sono precedenti simili negli Annales dei rapporti commerciali tra Cina e Italia. La delegazione di Roma si è confrontata, unendo garanzie di controllo ad alta diplomazia dello Stato, al fianco di Mattarella era presente il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, con il potere apicale del Celeste Impero.
A fare gli onori di casa il presidente Xi Jinping, il parterre governativo esecutivo con alla testa il premier Li Keqiang e numerosi Dicasteri di riferimento. Il messaggio della ambasciata italiana è arrivato forte e chiaro e non poteva che essere innervato nell’epidermide economica delle due nazioni.
Nel suo discorso alle autorità di Pechino, Mattarella ha sintetizzato la strategia commerciale di lungo respiro incentrata sulla strategia di una manifattura affidabile, quella di Roma, parte di un export totale di beni e servizi tra Italia e Cina, che tra gennaio e novembre 2016 ha raggiunto e superato i 10 milioni di euro.
Cina e Italia: gli accordi e le intese
Un Business Forum, una decina di accordi, una dozzina di intese siglate al cospetto dei maggiori rappresentanti politici e finanziari nonché un disegno di massima per alcuni finanziamenti cinesi direttamente volti al sostentamento del sistema portuale italiano unitamente alla sua linea industriale. Questi i principali temi dibattuti all’interno dei tavoli di confronto.
Il ministro Delrio, primo del suo Dicastero a rimettere piede in Cina in dieci anni nel pieno della nuova cornice della Via della Seta “liberista”, da un po’ di tempo a questa parte tanto cara a Pechino, ha dichiarato d’aver incontrato il capo della Industrial and Commercial Bank of China Yu Ming, (Icbc), al fine di stabilire il primo piano di fideiussioni a sostegno dei commerci portuali italiani. Gli scali interessati in futuro potrebbero essere quelli di Genova, Trieste e Venezia.
Si profila un investimento congiunto con un particolare ruolo d’interesse legato alla italiana Cassa dei depositi e dei prestiti. Icbc, in un’ottica di sinergica reciprocità avrebbe, infatti, palesato di voler ampliare il proprio portafoglio dei titoli e delle attività internazionali. Linea d’azione, quella di Pechino, pienamente condivisa dal nostro ministro: “Italia e Cina vogliono individuare progetti concreti, coniugare gli aspetti finanziari con quelli di esecuzione, eliminare i potenziali ostacoli e difficoltà che ancora frenano in Italia l’afflusso di capitali dall’Oriente”.
Riccardo Piazza