Economia Europa, Lobby: quali incontrano più spesso la Commissione Europea?
Economia Europa, Lobby: quali incontrano più spesso la Commissione Europea?
Quanto contano le lobby nelle decisioni dell’Unione europea? Multinazionali, industrie, organizzazioni non governative, sono tanti i gruppi di interesse che cercano di influenzare, anche indirettamente, i processi legislativi dell’Unione Europea.
Dal dicembre 2014 tutti i membri della Commissione hanno l’obbligo di comunicare on-line, entro due settimane, gli incontri e gli argomenti trattati tenuti con persone esterne alle istituzioni europee. Le comunicazioni devono contenere il nome dell’organizzazione, l’ora e sede dell’incontro e l’argomento trattato.
Economia Europa, Lobby: i dati Integrity Watch
L’organizzazione Transparency International ha creato la piattaforma Integrity Watch, che permette di monitorare questo tipo di informazioni e di navigare nel registro europeo della trasparenza, creato dalla Commissione nel 2008 e in seguito dal Parlamento europeo.
Alla data primo marzo 2017, nel registro figurano 11268 soggetti registrati. Il dossier Vedo e non vedo, realizzato dalla piattaforma OpenPolis, ha analizzato questi dati sulla trasparenza delle lobby in Italia ed Europa.
Leggendo quanto riportato da Integrity Watch sono stati 10.689 gli incontri fra lobbisti e membri della commissione europea. Dal 2014 il 70,48% degli incontri in Commissione è avvenuto con lobbisti interni e associazioni di categoria, commerciali o professionali.
L’influenza delle organizzazioni non governative è invece ferma al 17,75%. A Centri studio e consulenti sono stati dedicati rispettivamente solo il 4,32 e 4,45% degli incontri. Fra le dieci organizzazioni più attive in Europa ci sono Google, Airbus, Wwf, Greenpeace e Microsoft, ma in cima alla classifica c’è BusinessEurope, una federazione che riunisce le associazioni di rappresentanza delle imprese dei vari Paesi europei.
Economia Europa, Lobby: non ci sono italiane ai primi posti
Se la BusinessEurope è presieduta dall’italiana Emma Marcegaglia, a livello di singoli nessun organismo del nostro paese occupa le posizioni più alte della classifica. La prima lobby italiana è Confindustria con 29 incontri dal 2014, seguita da Enel ed Eni.
Se per la Commissione si può risalire anche a chi è entrato nello studio di ogni singolo, nel Parlamento la situazione è più opaca. Le regole prevedono che le organizzazioni iscritte al registro per la trasparenza siano tenute a dichiarare quanti pass dispongono e in nomi delle persone autorizzate ad accedere agli uffici del Parlamento.
Le tre società in cima alla lista sono: Fleishman-Hillard, con 51 persone accreditate, la Kreab (33) e la Burson-Marsteller (32).
Al Parlamento europeo invece le carte sono un po’ più coperte. Qui le regole dicono che le organizzazioni iscritte al registro per la trasparenza devono dichiarare di quanti pass dispongono e i nomi delle persone autorizzate a entrare nei locali del Parlamento.
Tre grandi società di consulenza sono in cima alla lista. Tutte e tre con sede in Belgio: Fleishman-Hillard (con 51 persone accreditate), la Kreab (con 33) e la Burson-Marsteller (con 32). La prima è soltanto al trentaduesimo posto. Si tratta anche qui di Confindustria, con 12 accrediti.