Questa storia si svolge in due giorni: 7 aprile, un ex giocatore della NFL fa una strage uccidendo cinque persone a Rock Hill nella Carolina del Sud. Il giorno dopo Biden annuncia sei ordini esecutivi per limitare la circolazione delle armi da fuoco tra i civili. Il giorno stesso un uomo uccide una persona e ne ferisce quattro in Texas.
Un imbarazzo internazionale
Così Biden ha definito la piaga della violenza armata che affligge gli Stati Uniti. Il Presidente ha anche specificato che le sue proposte non vanno in alcun modo contro il Secondo emendamento.
Questo emendamento è spesso utilizzato dai sostenitori del diritto al possesso delle armi per boicottare i provvedimenti volti a limitarne la circolazione o l’acquisto. Ma cosa dice questa legge?
Il secondo emendamento (della Costituzione degli Stati Uniti d’America)
L’emendamento garantisce il diritto di possedere armi e nasce con l’intenzione di dare uno strumento di limitazione del potere del governo centrale rispetto agli Stati.
L’emendamento è infatti frutto della volontà di James Madison e di altri anti-federalisti, che non vedevano di buon occhio il neonato governo federale e la sua acquisizione di potere a discapito dei singoli Stati. La loro preoccupazione principale era quindi che il troppo potere avrebbe portato a una tirannia. Per questo volevano contrastarne i poteri di “attacco” ai singoli oppositori politici.
Tuttavia, oggi quando si parla di Secondo emendamento si discute solo della legittimità o meno della detenzione di armi da parte dei privati cittadini.
Il problema delle ghost guns
Le ghost guns (pistole fantasma) sono delle armi fai-da-te comprate in dei kit che poi vengono assemblati dall’acquirente. Come fossero dei set della Lego. Il loro “vantaggio” è che non posseggono il numero seriale e sono quindi non tracciabili.
Secondo la legge federale, la realizzazione e il possesso di queste armi per scopi non commerciali, è sempre stato legale. Per le altre armi invece, è sempre necessaria la presenza del numero seriale (la matricola).
Con il progresso della tecnologia, anche la produzione di queste armi ha fatto passi avanti. Ora è infatti possibile produrre pezzi delle stesse utilizzando una semplice stampante 3D.
E oltre alle pistole, tra le ghost guns troviamo anche gli AR-15 e i famosi AK-47, i fucili automatici Kalashnikov.
Per limitare la circolazione delle ghost guns, uno degli ordini esecutivi annunciati da Biden prevede che per il loro acquisto, saranno necessari i controlli dell’acquirente svolti attualmente per le armi “normali”.
Maggiori controlli e segnalazioni più facili
Biden ha inoltre richiesto al Dipartimento di Giustizia di realizzare un programma di segnalazione che possa poi essere promulgato come legge anche a livello statale.
Questo provvedimento permetterebbe a familiari o membri delle Forze dell’ordine di segnalare a un tribunale dei soggetti a rischio e impedire a questi ultimi di acquistare delle armi da fuoco.
Il Presidente ha anche annunciato maggiori fondi e supporto alle comunità per la prevenzione della violenza con le armi, nelle aree individuate come più a rischio. Per questo, il Dipartimento di Giustizia dovrà fornire un report annuale sul traffico di armi così da poter implementare delle policies più efficaci e basate su dati concreti.
Un altro segnale forte arriva dal voler nominare l’attivista per il controllo delle armi, David Chipman (in foto), come direttore dell’Ufficio per l’alcool, il tabacco, le armi da fuoco e gli esplosivi (Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives).
Chipman ha lavorato per un quarto di secolo come agente speciale di questa agenzia, occupandosi del controllo del traffico di armi dalla Virginia a New York City. Successivamente è diventato consigliere dell’organizzazione Giffords, che si occupa della promozione di un maggior controllo sulle norme relative alla detenzione di armi nel Paese.
Biden annuncia sei ordini esecutivi: cosa ci aspetta?
Nonostante l’annuncio di Biden, non è detto che queste misure siano implementate entro i primi cento giorni della sua presidenza. Le azioni a contrasto della pandemia e la riforma delle infrastrutture hanno preso la precedenza sulla questione armi, a dispetto di quanto dichiarato in campagna elettorale.
Su un tema così polarizzante negli Stati Uniti come le armi, non sembra che la soluzione possa arrivare dal Congresso. Nel corso degli anni, il supporto bipartisan a una maggiore prevenzione delle stragi dovute alle armi “facili” si è scontrato con l’altrettanto bipartisan supporto per la salvaguardia del diritto alla loro detenzione.
Pare quindi che lo strumento degli ordini esecutivi sia l’unico in grado di sbloccare le cose. Verranno effettivamente firmati?