Sondaggi elettorali Olanda: i Popolari sorpassano l’estrema destra
E alla fine il sorpasso arrivò. In Olanda si prospetta un colpo di scena sulla linea del traguardo, stando all’analisi delle intenzioni di voto. E così, a 2 giorni dalle elezioni politiche, il trend dei sondaggi elettorali mostra novità che potrebbero rivelarsi decisive.
Stando agli ultimi sondaggi, infatti, l’estrema destra PVV di Geert Wilders non sarebbe più il partito di maggioranza relativa. A certificarlo sono le rilevazioni condotte da pressoché tutti i principali istituti demoscopici olandesi. Nel migliore dei casi – Peil e TNS Nipo – il distacco dalla vetta sarebbe di 2 seggi. Ma c’è chi, come I&O Research, pensa che la distanza sia addirittura doppia.
Sondaggi elettorali Olanda: Popolari davanti all’estrema destra
Il nuovo partito di maggioranza relativa tornerebbero ad essere i Popolari VVD, guidati dal premier uscente Mark Rutte. A coronare una rincorsa che dura da molti mesi. Infatti, se si esclude una piccola parentesi nell’ottobre scorso, il PVV è avanti nei sondaggi ormai da settembre 2015.
I vari istituti di sondaggi sembrano ora essersi allineati al quadro presentato dal LISS panel. Secondo quest’ultimo, condotto a cadenza giornaliera da diverse settimane, il VVD è il primo partito sin da gennaio. Con un consenso che oscilla tra i 24 ed i 26 seggi, con almeno un paio di lunghezze di vantaggio sul PVV.
La crescita della voglia di voto utile – riscontrata nelle scorse settimane – potrebbe quindi rivelarsi fatale per Wilders. Il quale spera che i suoi toni infuocati – in particolare contro gli immigrati – possano far breccia soprattutto nell’elettorato più giovane e pessimista.
Sondaggi elettorali Olanda: ecco chi è attratto dall’estrema destra
Un sondaggio condotto la settimana scorsa da I&O Research mostra infatti come il PVV stia crescendo esponenzialmente nell’elettorato under 25. Se 10 anni fa solo il 7% di loro votava PVV, ora il dato è quasi quadruplicato (27%). A risentirne sono in particolar modo i cristiano-democratici CDA e i laburisti del PvdA, che trovano sempre meno appeal nei più giovani.
Netherlands: Voting intention of people between 18 to 25 in 2016 and 2006. PVV (ENF) has risen from 7% to 27% (I&O Research poll). #Wilders pic.twitter.com/ejnir6dxX2
— Europe Elects (@EuropeElects) 8 marzo 2017
Un sondaggio simile è stato condotto a febbraio da Peil. In questo caso lo scenario cambia leggermente. Il PVV si conferma infatti forte tra i più giovani. Tuttavia, la sinistra ecologista (GL) fa ancora meglio, raccogliendo il consenso di quasi 1/4 degli under 35.
Netherlands: GL (G/EFA) strongest party among young people (<35 years). Poll has been conducted in February (peil.nl poll). #Tk2017 #TK17 pic.twitter.com/IJU7t0xko4
— Europe Elects (@EuropeElects) 8 marzo 2017
Le armi a favore di Wilders restano comunque diverse. A partire dalle disuguaglianze economiche, per esempio. Non a caso il PVV sembra particolarmente forte nei ceti più bassi, secondo Peil.
Netherlands: Liberal parties D66 and VVD (both ALDE) are popular among the rich (42%) and unpopular among the poor (16%). #DutchElection pic.twitter.com/KW1vLbCHRQ
— Europe Elects (@EuropeElects) 12 marzo 2017
Un dato che va di pari passo con il giudizio sugli ultimi 15 anni. Chi crede che le cose siano peggiorate, si rivolge in massa a Wilders.
Netherlands: Those who evaluate the past 15 years negatively (things got worse, more threats) turn out for #Wilders PVV (ENF): 31% #TK17 pic.twitter.com/fUB9SAx5QI
— Europe Elects (@EuropeElects) 12 marzo 2017
Non sorprende quindi come l’estrema destra trovi terreno fertile nelle paure degli olandesi, anche economiche. Sempre secondo Peil, il 24% di coloro che (sul piano finanziario) si ritengono pessimisti sul futuro voterebbe PVV. Un dato che crolla all’8% tra gli ottimisti.
Netherlands: 24% of people who are pessimistic about own financial future vote for #Wilders PVV (ENF). Only 8% of optimists would vote PVV. pic.twitter.com/ck3CKCzKFK
— Europe Elects (@EuropeElects) 12 marzo 2017
Sondaggi elettorali Olanda: frammentazione e tempi lunghi
In ogni caso, il destino di Wilders e soci sembra segnato. Indipendentemente dalla capacità o meno di affermarsi come primo partito del Paese, sul PVV pende la spada di Damocle della conventio ad excludendum messa in piedi dagli altri principali partiti d’Olanda. E così, anche nell’ipotesi di conquistare la maggioranza relativa, Wilders vedrebbe molto probabilmente sbarrata la strada sia verso la creazione di un nuovo esecutivo targato PVV sia l’entrata in governi di coalizione.
A danneggiare ulteriormente Wilders è lo scenario partitico olandese. Quello che si prospetta il 15 marzo è un Parlamento estremamente frammentato, con almeno 12-15 partiti in grado di conquistare seggi.
Netherlands: As many as 15 parties expected to join the parliament on March 15 (GfK poll). #TK2017 #TK17 via @Electograph pic.twitter.com/IbYFqHSWuD
— Europe Elects (@EuropeElects) 7 marzo 2017
Un dato confermato anche sul piano geografico, con l’estrema destra forte al sud, il VVD ad ovest ed i cristiano-democratici CDA a nord-est.
Netherlands: Strongest party on subnational level. West supports CDA (EPP), north-east VVD (ALDE) and south PVV (ENF). #DutchElection pic.twitter.com/iZliH2Ovyf
— Europe Elects (@EuropeElects) 12 marzo 2017
Ecco perché, indipendentemente dall’esito, si prospetta un lungo periodo di trattative per la formazione del nuovo esecutivo.