Est Ucraina, Poroschenko annuncia i suoi 14 punti per la pace
Il Presidente dell’Ucraina Petro Poroschenko tenta di dare una scossa al suo mandato: l’Ucraina è ancora in guerra e, se da un lato continua l’avvicinamento a Bruxelles, dall’altro bisogna tornare al dialogo col Cremlino per risolvere i gravi problemi che attanagliano Kiev nel breve periodo.
Poroschenko ha assicurato che, il prossimo 27 Giugno, firmerà l’accordo di associazione all’Unione Europea completando, con la sottoscrizione della parte politica, quel processo cominciato con un’intesa economica firmata a Marzo. Nello stesso tempo, il “re del cioccolato”, sta tentando di ristabilire un contatto con Mosca, rimodellando la propria squadra di governo: “fatto fuori” il ministro degli Esteri Deshizia, per un’infelice battuta su Putin, al suo posto ha nominato l’ormai ex ambasciatore a Berlino Klimkin, considerato molto vicino a Yanukovich.
La partita con Mosca si muove sul binario del gas, Kiev deve quasi 2 miliardi di dollari a Gazprom, ma anche sul piano strategico militare visto che, riferiscono dalla NATO, la Russia continua ad ammassare truppe al confine con l’Ucraina.
Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, assicura che le operazioni militari sono “misure volte a tutelare i confini russi, teatro di numerosi sconfinamenti anche con attrezzature militari”, fonti militari riferiscono che “servono a monitorare il grado di addestramento delle nostre truppe”; Poroschenko, in nottata ha informato Putin su tempi e modalità, ha dichiarato che l’esercito ucraino sta per riprendere il controllo dei propri confini – che verranno sigillati – subito dopo verrà ordinato il cessate-il-fuoco.
Tuttavia il vicepremier della Repubblica Popolare di Donetsk, Andrei Purghin, ha dichiarato “possono anche dire che fiorisce un giardino sulla luna, ma qui da noi c’è la guerra e non hanno ripreso il controllo di nulla”; Poroschenko offre ai separatisti una road map di 14 punti che prevede un salvacondotto per i mercenari che hanno combattuto da entrambe le parti e che non si sono macchiati di gravi delitti, il decentramento amministrativo, la tutela della lingua russa, la creazione di una zona cuscinetto di 10 km al confine con la Russia.
Secondo l’Onu sono almeno 356 le persone, tra cui 257 civili, morte dal 7 maggio nell’est dell’Ucraina.