Sondaggi elettorali SWG, in decollo MDP e la sinistra radicale
Sondaggi elettorali SWG, in decollo MDP e la sinistra radicale
Per SWG la caduta del PD pare essersi fermata. Mentre per altri istituti di sondaggi pare continuare per quello di Trieste, che realizza rilevazioni su un campione di 2 mila persone con metodo CATI/CAMI/CAWI, il partito di Renzi rimane in testa.
Non c’è molto da esultare per il PD però. Parliamo comunque di minimi storici che non venivano toccati da circa 3 anni.
La notizia è che non è il Movimento 5 Stelle ad avvantaggiarsene questa volta. Anche il Movimento di Grillo infatti è visto in calo. Piuttosto è l’area di sinistra che va molto bene, con una crescita dia per il MDP di Bersani e Speranza sia Sinistra Italiana.
Bene anche Forza Italia, che supera la Lega Nord e fa crescere tutto il centrodestra.
Ma vediamo i dati
Sondaggi elettorali, MDP su del 1,1% in una settimana
Il Pd è di fatto stabile perdendo solo un decimo, andando al 28,1%. Rimane tuttavia in testa perchè il Movimento 5 Stelle perde il 0,7% scendendo dal 27,6% al 26,9%, rimanendo quindi a un 1,2% di distanza dalla prima posizione.
Da segnalare l’ulteriore polverizzazione del voto, con le grandi forze molto più deboli di alcuni mesi fa.
A beneficiarne i piccoli partiti. E in particolare in questa settimana MDP, il Movimento Democratico Progressista, che va al 4,7%, salendo di un 1,1%. Allo stesso tempo Sinistra Italiana non ne risente, ma cresce anch’essa di 8 decimi, al 2,3%. Rifondazione Comunista stabile al 1,2%.
Sarà da vedere se queste formazioni si uniranno in una sola o rimarranno divise subendo i pericoli delle soglie di sbarramento.
Buone notizie anche nel centrodestra: Forza Italia cresce del 0,7%, dal 12,3% al 13%. Viene superata anche la Lega Nord, che cala di tre decimi, al 12,4%, mentre Fratelli d’Italia è stabile al 4,9%. Nel complesso il centrodestra è al 30,3% +0,4% rispetto a una settimana fa.
NCD è sostanzialmente stabile al 3,3%, quindi sopra la soglia di sbarramento del 3%.
Calano coloro che non si esprimono, dal 39,5% al 38,4%. Anche qui forse si può ritrovare la ragione dell’aumento per la sinistra radicale e per Forza Italia, i cui elettori a volte tendono ad astenersi.
Si sta quindi delineando la realtà di un panorama politico molto sfaccettato, con molti partiti e schieramenti, senza alcuna forza dominante sopra il 30%.
Naturalmente per vedere se questa sarà la realtà anche del voto nel 2018 si dovrà aspettare eventuali modifiche alla legge elettorale. Ci sarà una virata verso elementi maggioritari? Saranno introdotte le coalizioni? Quale ruolo avrà il voto utile?