Sondaggi politici, gli italiani pensano che tutti siano influenzati dalle bufale, ma non se stessi
E’ un tema molto attuale, con l’emergere dell’allarme verso la post-verità o le fake news, che imperverserebbero nel web. D’altra parte nei decenni passati si è sempre parlato della faziosità della TV, soprattutto in Italia. Era quindi molto interessante sentire cosa ne pensavano gli italiani. Non si sono fatti molti sondaggi politici sul tema.
Gli italiani appaiono spaccati. In base a una rilevazione effettuata dal Termometro Politico online su 1200 intervistati, una minoranza piuttosto grande, superiore al 42%, preferisce maggiormente fidarsi dei media tradizionali, mentre la maggioranza, il 49,9% predilige il web.
Una crisi di credibilità dei media tradizionali che è stata riscontrata anche negli USA.
Come è facile immaginare la risposta dipende anche dall’orientamento politico. Gli elettori PD sono in massa maggiormente fiduciosi dei media tradizionali, TV e stampa. Al contrario quelli del Movimento 5 Stelle preferiscono il web. Lo fa ben l’88,55% di loro. E’ interessante notare il parallelismo con gli Stati Uniti dove anche lì sono gli elettori del Democratic Party ad avere più fiducia nei media tradizionali.
Anche il leghisti in grande maggioranza sono a favore dell’informazione via internet.
Sondaggi politici, “le bufale influenzano gli altri italiani, non me”
C’è un lato particolare del problema, del resto già visibile negli anni scorsi quando si parlava di TV.
Gli italiani sono convinti che i propri connazionali si facciano influenzare dalle bufale, e che queste abbiano in qualche modo modificato delle elezioni. La pensa così più del 65%.
E in particolare gli elettori PD, che sono convinti per quasi il 90% di questo. Al contrario la maggioranza assoluta dei leghisti crede che le bufale abbiano avuto un ruolo ridotto o nullo. I 5 stelle sono più spaccati: solo una risicata maggioranza, un 51,27%, crede all’influenza delle fake news.
E però allo stesso tempo alla domanda sull’influenza su di sè le risposte sono molto diverse.
La grande maggioranza, il 68,3%, ritiene offensivo che li si ritenga possibili vittime delle bufale.
Una risposta che viene data un po’ da tutti gli elettori, e ancora di più quelli di PD e M5S.
Di fatto quindi l’italiano medio crede di essere immune dalle bufale, ma che siano gli altri a esserne colpiti. Ognuno crede di essere un’eccezione, insomma.
Ma cosa vota questo italiano medio che ha questa particolare posizione?
A quanto pare si tratta di un sentiment molto in voga tra gli elettori PD, che rappresentano il 42,2% di questo segmento, pur essendo in questo momento meno del 30% dell’elettorato complessivo.
Ancora più diffuso tra quelli di sinistra radicale, se rapportati al loro peso elettorale complessivo. Qui infatti gli elettori di Sinistra Italiana raggiungono l’8,1%, mentre sono il 9,3% quelli che preferiscono altre liste d’area (Possibile, Rifondazione comunista ecc). Questo vuol dire che quasi tutti gli elettori di sinistra radicale hanno dato questo tipo di risposte incrociate. Più ci si sposta a sinistra e più si alza la percentuale.
Meno del PD i 5 stelle, il 24%, malgrado abbiano in questo momento un peso elettorale simile. Pochissimi gli elettori di centrodestra, al 5,9% la Lega Nord, al 3,5% Forza Italia, al 1,5% Fratelli d’Italia.
Tutto questo si collega al dibattito sulle “echo-chambers“. La tendenza dei gruppi a fortificare l’opinione già maturata cercando notizie che la confermino.
Sondaggi politici, italiani contrari a un’autorità che faccia fact-checking
Nonostante il presunto pericolo rappresentato dalle fake news gli italiani non vedono la necessità di un fact checking esterno, anzi ritengono sarebbe pericoloso per la libertà di stampa e di espressione. La pensa così il 63,8% degli intervistati. Per la maggioranza di questi è il cittadino che deve saper distinguere tra notizia e notizia.
Non tutti rispondono però allo stesso modo: gli elettori PD si distinguono per la richiesta di un ente politico o giornalistico che sorvegli. Lo chiede il 36,44% di loro, contro il 4,89% e il 6,98% degli elettori M5S e leghisti. Nel complesso più del 55% degli elettori PD è per una sorta di certificazione della notizia, mentre solo un 20% circa dei 5 stelle è a favore, e poco più del 15% dei leghisti.
Una proposta di legge contro quelle che vengono etichettate come notizie false è stata presentata dalla senatrice Adele Gambaro. La proposta prevede multe e carcere fino a due anni. Alla luce di questi dati sarà difficile credere che una legge fatta in questo modo possa rasserenare il clima intorno all’informazione.
In fondo solo una minima parte, il 16,6% degli intervistati ha mai cambiato idea di fronte a un fact checking cui ha assistito. La maggioranza assoluta, il 53,6%, afferma di saper distinguere da solo.
Anni fa ci furono diversi studi su come il fact-checking rischiasse di essere controproducente.
Tra gli elettori dei diversi partiti è da segnalare che in realtà quelli del PD tendono ad affermare più degli altri di aver cambiato idea dopo un fact checking. Lo fanno il 26,25%, contro meno del 10% dei 5 stelle e dei leghisti.
E solo il 37,68% dei piddini non vuole essere influenzato da fact checking di ogni sorta, contro i due terzi degli elettori di Lega Nord e Movimento 5 Stelle