Notizie dal mondo: Petrolio, i tagli alla produzione e gli equilibri del settore
Notizie dal mondo: petrolio, i tagli alla produzione e gli equilibri del settore
Il 30 novembre 2016 è stato siglato il primo accordo internazionale per il taglio alla produzione di petrolio tra le potenze industriali del settore dell’energia. I principali paesi esportatori di greggio hanno raggiunto una intesa per ridurre la produzione di 1,2 milioni di barili al giorno.
Il Segretario generale dell’Opec Mohammed Sanusi Barkindo, ha parlato, innanzitutto, di una intesa di portata storica. Poi, ha disegnato uno scenario composito con un occhio di riguardo alle nuove politiche energetiche americane.
Notizie dal mondo: petrolio, i tagli alla produzione e gli equilibri del settore
Per il nigeriano Barkindo, il patto stipulato sulla produzione e sulla conservazione di petrolio garantirà il bilanciamento del mercato dei prezzi. Probabile altresì un aumento di flusso per la materia prima.
“L’aspetto più importante è che con la decisione di 24 paesi produttori, 13 Opec e 11 non-Opec con la Russia in testa, si punta a lavorare insieme per bilanciare il mercato del petrolio. Questo avrebbe un impatto enorme sull’industria. Con benefici estesi all’intera economia globale. Siamo in presenza di un avvenimento davvero storico. Per la prima volta abbiamo paesi Opec e nazioni non-Opec, uniti nel siglare un accordo”.
All’interno dell’intervista, rilasciata per le colonne del Foglio, il Segretario generale ha rilevato che il consenso raggiunto non costituirà un detrimento per il benessere economico globale della domanda e dell’offerta. Esso ne determinerà invece una sua più equa fruizione.
Notizie dal mondo: petrolio, il bilanciamento del mercato
Tuttavia, oltre all’innegabile influsso sui prezzi, l’accordo dovrebbe poter assumere una valenza quantitativo-qualitativa specifica. I primi effetti sono tangibili.
Secondo i dati Oil Magazine ed Eni, dall’entrata in vigore effettiva del patto in questione (gennaio 2017) il taglio alla produzione saudita di 10 milioni di barili di petrolio per giorno è stato dello 0,49%. Quello dell’Iraq dello 0,20% e quello del Kuwait dello 0,13%. Piccole cifre, sul totale della torta. Eppure i mercati hanno reagito di conseguenza elevando le quotazioni degli indici legati al greggio. Nel maggio del 2017 è prevista una nuova sessione di briefing per monitorare i progressi della politica industriale.
Notizie dal mondo: petrolio, l’economia dell’oro nero
L’anno 2016 è stato il peggiore per l’aumento della produzione di massa con uno +0,8 per cento di crescita costante. Le cause principali: il ritorno dell’Iran sullo scacchiere internazionale a seguito della fine delle tensioni con gli Usa, ma soprattutto l’indefessa produzione di Riad. L’unico grande produttore in declino per l’anno passato è stato Washington.
Gli Usa e le strategie economiche di Trump trovano uno spazio non indifferente nelle analisi di Barkindo: “Aspettiamo di vedere le politiche del Presidente. Di sicuro, supporteremo i continui investimenti nel settore energetico e in particolare in quello petrolifero. In modo da assicurare che l’economia mondiale sia continuamente rifornita di petrolio per mantenere e aiutare la crescita”.
Riccardo Piazza