Come previsto, la decisione di aderire all’eurogruppo EFD (Europa per la libertà e democrazia) non ha riscosso un consenso unanime all’interno del Movimento Cinque Stelle. Un gruppo parlamentare – l’EFD – al quale aderisce anche l’UKIP di Nigel Farage, le cui posizioni radicali in tema di integrazione, immigrazione e tradizionalismo identitario non sono state digerite da diversi esponenti del movimento grillino. Tra questi, c’è la senatrice Elena Fattori, che senza mezzi termini dichiara a Repubblica: “È una scelta che davvero non mi piace. A me gli xenofobi non piacciono proprio”. I nostri parlamentari dovranno distinguersi da questi individui. E siccome è stato detto che ci sarà la libertà di voto, lo dovranno dimostrare.
La scelta di aderire all’EFD, in ogni caso, altro non è che l’esito di una consultazione online, alla quale hanno preso parte gli attivisti pentastellati, che si sono pronunciati in massa a favore di questa alternativa (oltre il 78%). La senatrice, tuttavia, riferisce di elettori ignari di quanto si nascondesse dietro l’EFD: “Vari attivisti mi hanno scritto in queste ore per dirmi che hanno scelto Farage, ma non questi altri individui. Mi dicono che non avrebbero votato Ukip se avessero saputo che gli altri erano persone così. C’è anche qualcuno che mi ha detto che si dovrebbe rivotare. Altri, poi, si sono pentiti di aver votato Farage”.
Tra le alternative possibili, c’era anche quella di non aderire ad alcun gruppo, in seguito alla quale i grillini avrebbero ingrossato le fila dei non iscritti. E la non nasconde quali sarebbero state le sue preferenze: “Volevo un gruppo a cinque stelle, un gruppetto piccolino, ma autonomo. Sarebbe stato il vero gruppo a cinque stelle. Invece così non sono contenta. Come si può essere soddisfatti?”.
Dunque, dopo le critiche di altri parlamentari come Francesco D’Uva e Stefano Vignaroli, arriva anche l’affondo di Elena Fattori, eletta nel collegio Lazio e considerata tra i più fedeli alla linea. Visto il clima interno al Movimento, non è escluso che possano verificarsi defezioni anche tra i 17 europarlamentari appena eletti.