Riforma del Senato: per Vannino Chiti “sono stati fatti passi avanti, ma al momento siamo in mezzo al guado”.
Così il senatore del Pd Vannino Chiti commenta in un’intervista a Repubblica le modifiche alla riforma del Senato “Così com’è non la voterei – dice -, ma penso che con le modifiche si possa dare un voto a favore. Mi batto per superare questo deficit. Le cose si sono già mosse rispetto alla prima versione”. “Alcuni” degli emendamenti dei relatori “sono molto simili a quanto da noi richiesto – spiega -. Quindi la prima domanda è: allora non eravamo dei sabotatori?”.
A soddisfare Chiti sono in particolare le modifiche sulle competenze, ma per il parlamentare mancano ancora “i grandi temi dei diritti civili: libertà religiosa, leggi eticamente sensibili, diritti delle minoranze”. Bene il numero dei senatori, tuttavia manca “la riduzione dei deputati: su questo punto c’è stato scarso coraggio da parte del governo”, sottolinea. Sull’elettività dei senatori “ancora non ci siamo”. “La nostra battaglia continuerà alla luce del sole – promette -, presentando emendamenti in Aula”. Divergenze di merito a parte, il gruppo Pd al Senato rischia una spaccatura? “No, perché la frattura non era sul merito, ma sull’articolo 67 della Carta. In commissione non c’è stata una sostituzione, ma una destituzione. E io mi sento offeso, perché nella vita ho condotto battaglie solitarie, ma mai sono stato sleale”. Il confronto con i gruppi a palazzo Madama dovrà essere a 360 gradi, “con tutti i partiti, senza pregiudiziali, quindi anche con il M5S. Io non ho mai contestato il rapporto con FI sulle riforme, ma solo che potesse essere esclusivo”.