Grillo, la benzina e il populismo

grillo la benzina e il populismo

Sicuramente una delle misure più detestate tra quelle intraprese dal nuovo Governo Monti è l’aumento delle accise sui carburanti, che ha portato a una nuova serie di aumenti nel prezzo alla pompa; unite ad una risalita del prezzo del greggio e all’inevitabile speculazione delle compagnie petrolifere e di distribuzione della benzina, le nuove tasse hanno portato a dei veri e propri prezzi record.
Ormai è praticamente scontato che il muro dei 2 €/l verrà infranto ben prima dell’estate, né si intravede una frenata dei prezzi nell’immediato futuro.

[ad]Gli aumenti della benzina, al pari di quelli sui generi alimentari, sono particolarmente odiosi perché si tratta molto spesso di una spesa non evitabile: se è vero che in diverse situazioni l’automobile può essere sostituita dai mezzi pubblici, è anche vero che la qualità di tali servizi non è in grado di ridurre in maniera significativa l’utilizzo delle auto; inoltre l’aumento dei prezzi della benzina ha ricadute negative sul costo finale di tutti i beni che necessitano di attività di trasporto.

Proprio per queste ragioni il tema è estremamente delicato, e se da un lato non dovrebbe essere oggetto di facili tassazioni al mero scopo di fare cassa su un bene de facto di prima necessità – senza peraltro che lo Stato offra alternative valide tramite treni o autobus – dall’altro non dovrebbe nemmeno essere oggetto di facile populismo, come purtroppo è invece stato per anni.

Il 5 maggio 2010 il quotidiano gratuito Metro intervistava il noto comico Grillo, e tra gli argomenti trattati figuravano le seguenti frasi shock in argomento carburanti.

Il carburante deve costare 10 euro al litro: questo è il prezzo giusto. Quello che raggiungerà nel giro di 5 anni, tanto vale che lo si definisca subito.

 

Dal prossimo anno raddoppieranno le macchine in circolazione che consumano la metà e le fonti alternative sarebbero, finalmente, concorrenziali rispetto all’oro nero.

Il testo originale dell’intervista non è più reperibile sul sito del quotidiano (il link fornito non è più attivo), ma sui siti e sui blog dell’epoca questi passaggi vennero riportati (si veda ad esempioEcoBlog) e ampiamente commentati.
Il comico genovese si era già caratterizzato in simili atteggiamenti nei confronti dei prezzi dei carburanti. Già nei suoi spettacoli in teatro e televisione (La benzina dovrebbe costare diecimila lire al litro e tu avere una macchina che con due litri fa cento chilometri. Il costo del tuo spostamento non cambia, è giusto?, tratta da Tutto il Grillo che conta) aveva esposto una simile opinione, sempre dettata da una matrice ambientalista.

Anche senza essere arrivati ai 10 euro, ma nemmeno alle 10.000 lire, vediamo oggi come quanto le parole di Grillo fossero in realtà una mera provocazione mediatica, comprensibile e anzi auspicabile nel suo ruolo di comico, molto meno in quello di front-man di un partito politico, il MoVimento 5 Stelle.

La posizione di Grillo sul tema dei carburanti di per sé non si discosta particolarmente da metodologie politiche effettivamente in uso su altri temi; il caso probabilmente più significativo è quello delle quote rosa: anziché attendere l’evoluzione della società in tema di parificazione uomo-donna e avere una maggiore presenza femminile nei posti chiave della vita pubblica, si impone una parificazione numerica in tali posti sperando in un effetto trainante nella struttura sociale del Paese.
Grillo propone un aumento shock del prezzo della benzina per spingere verso un rinnovamento del parco auto e sviluppi nel settore automobilistico che consentano di arrivare ad una situazione sostenibile.

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[ad]Eppure l’attuale periodo mostra, e senza nemmeno arrivare ai prezzi indicati dal comico genovese, quanto questa strada sia in realtà impercorribile e al contrario quanto invece stia danneggiando l’economia del Paese.
È da rimarcare il fatto che Grillo non stia a sindacare su quale debba essere l’origine dell’aumento; potrebbe sembrare un dettaglio, ma in realtà si tratta di un aspetto importante, poiché esclude un reimpiego di eventuali accise sul tema. La strada virtuosa del rinnovamento del parco auto e della ricerca su auto a minori consumi, in sostanza, secondo Grillo non dovrebbe essere necessariamente finanziata dal maggior costo del carburante. L’attuale situazione, in sostanza, ricade nello scenario descritto dal comico genovese, e la mancanza di interventi statali sul trasporto pubblico non deve essere presa come scusa per differenziare l’ipotesi di Grillo da quanto sta realmente accadendo.
L’errore fondamentale di Grillo, in ultima analisi, è stato sottovalutare l’entità della crisi e dimenticare quel fenomeno di inerzia che sempre si verifica ogni qual volta la popolazione deve affrontare dei mutamenti – anche se in meglio – dello status quo. Il rapido incremento dei carburanti si è infatti accompagnato a risultati disastrosi per l’industria automobilistica, anziché spingere verso l’acquisto di auto meno inquinanti e meno dispendiose: in un’economia già provata dalla crisi, non restano risorse sufficienti ad affrontare investimenti di questo genere, si punta al risparmio immediato – o alla rinuncia di determinate spese – pur se si trtta di una scelta meno conveniente a lungo termine.
Se negli anni ’90 questa evoluzione dell’economia nazionale poteva anche essere imprevista, ribadire il concetto nel 2010 è stato sicuramente esempio di miopia e, in ultima analisi, della ricerca di soluzioni di impatto mediatico ma di scarsa applicabilità. Secondo la definizione di Grillo stesso, puro populismo.

Dare valore politico alle parole di Beppe Grillo significa ogni volta muoversi su un percorso insidioso, a causa della molteplicità di ruoli che questi ricopre. Malgrado presenti sé stesso come un normale cittadino ed un comico, tuttavia, il suo ruolo ed il suo potere all’interno del MoVimento sono tali da obbligare ad una valutazione politica delle sue proposte e delle sue provocazioni.
Le parole di Grillo non possono essere equiparabili a quelle di Maurizio Crozza o di Luciana Littizzetto; Grillo ad oggi si comporta a tutti gli effetti come un leader di partito, che può disporre a proprio piacimento del simbolo del MoVimento 5 Stelle e ha piena di “scomunicare” i membri del partito cortocircuitando la base.
Malgrado tanto il comico genovese quanto il MoVimento 5 Stelle cerchino ciascuno di dichiararsi esterno e indipendentemente dall’altro, la realtà è che oggi Beppe Grillo è un leader politico.
E su tale base ha il diritto e il dovere che siano considerate le sue parole.