Paolo Romani, capogruppo di Forza Italia al Senato, è colui che sta seguendo la riforma del Senato per conto del partito dell’ex premier Berlusconi.
“Per ora – spiega Romani – abbiamo la proposta dei relatori” che “quasi mai corrisponde al testo finale, e c’è tempo fino a mercoledì alle 12 per i subemendamenti. L’accordo politico ancora non è chiuso e negli emendamenti dei relatori ci sono vari punti per noi importanti che non sono compresi”. In un’intervista a La Stampa Paolo Romani a proposito del ddl costituzionale di riforma del Senato e titolo V sottolinea: “non è indicato chiaramente il numero di seggi da assegnare ad ogni regione. È un antico problema del nostro sistema elettorale – dice – quello per cui piccole regioni, tradizionalmente spostate a sinistra, hanno una rappresentanza superiore rispetto al criterio proporzionale”. Insomma c’è “una trattativa ancora tutta da fare. Come ho detto all’uscita dell’incontro con la Boschi, sono stati fatti passi avanti, come il passaggio del numero dei sindaci da un terzo a un quinto, ma siamo ancora lontani”.
Il relatore Calderoli, che si è invece detto soddisfatto, “sta giocando una partita tutta sua – afferma Romani -, non so nemmeno se rappresenti tutta la Lega“. “Si sente uno statista, ma come relatore si sta muovendo in maniera isolata. Se è contento per quel poco di competenze in più alle Regioni che è previsto, anche questo è un problema”.Inoltre, aggiunge l’ex ministro, “non siamo d’accordo con l’idea di un Senato in cui 21 sindaci eleggono il presidente della Repubblica, Csm, Consulta”. Un incontro fra Renzi e Berlusconi al momento “non è in agenda”, dice, ma “se ci fosse bisogno non credo si sottrarranno”.