Sondaggi elettorali: il Pd crolla al 24%
Sondaggi elettorali: il Pd crolla al 24%
A quasi un mese esatto dalla primarie Pd, Matteo Renzi prova a non dare importanza ai sondaggi che dipingono il Movimento 5 Stelle davanti ad un Pd in grande difficoltà. Ospite ieri a Corriere Live, l’ex premier afferma che “vincere le elezioni non è come vincere al Superenalotto, vedendo le probabilità è più probabile il 40%: il punto però è politico, siamo in una fase in cui dopo il referendum ho perso la poltrona, ce ne facciamo una ragione, ma l’Italia è tornata indietro, voglia di proporzionale saltami addosso, partiti che si scindono, scissioni in tutti gli schieramenti”.
“Noi – spiega – dobbiamo fare di tutto perché ci sia una leadership in grado di guidare il Paese. Ora c’è il congresso da fare tra gli iscritti, poi le primarie, poi le elezioni. Vedremo. La cosa fondamentale non è discutere alleanze tra sigle”.
Sondaggi elettorali: M5S avanti di 7 punti percentuali
Sarà, ma i sondaggi parlano chiaro. L’ultimo in ordine di tempo è l’IPR andato in onda durante la trasmissione di Bianca Berlinguer, #Cartabianca. La rilevazione dà il Movimento 5 Stelle prima forza al 31% (con 196 seggi ottenuti) mentre il Pd crolla al 24% (151 seggi) a sette punti percentuali dalla vetta.
Un distacco importante, figlio della scissione Pd e degli effetti del caso Consip che vede indagati sia il ministro Luca Lotti, fedelissimo dell’ex segretario, sia il padre di Renzi. Il Movimento dei Democratici e Progressisti riesce a portar via dal Pd un buon 5% (31 seggi). Con Sinistra Italiana, i due soggetti raggiungerebbero l’8% tanto da obbligare il Partito Democratico o ad una lista unica o, in caso di cambiamento della legge elettorale, ad alleanze.
Nel campo del centrodestra rimangono stabili Lega (13% e 82 seggi) e Forza Italia (12% e 76 seggi). Crescono Fratelli d’Italia (5% 31 seggi) e il nuovo soggetto battezzato da Angelino Alfano, Alternativa Popolare (4,5% 28 seggi). Con l’avvento di AP, sparisce dai radar Udc ora allo 0,5%.