Lavoro, il ministro Poletti: “Cambiare segno entro fine anno”
“Entro l’anno cambiamo segno alla tendenza. Vorremmo avere saldo zero, smetterla di chiudere i posti di lavoro e avere i nuovi che si creano in numero più alto”. È ottimista il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Stamattina, intervenendo ad un’iniziativa dell’area riformista del Partito Democratico a Massa Marittima (Grosseto) su lavoro e disoccupazione, il ministro non solo ha affrontato le difficoltà legate all’entrata nel mondo del lavoro per gli inoccupati, giovani e over 50, ma ha anche fissato gli obiettivi del suo dicastero e del governo: “Cominciamo a costruire nuovi posti” ha detto Poletti, spiegando che “i posti di lavoro che si continuano a perdere sono quelli dei lavoratori in Cassa integrazione o in mobilità da 3-4 anni”. E ribadendo che l’unica strada per mettere un freno alla disoccupazione e imboccare un cambio di tendenza sono le riforme: “credo sia davvero un tema fondamentale quello dei tempi – ha spiegato il titolare del lavoro,parlando di riforma del mercato del lavoro – noi abbiamo bisogno di dare in Europa, nel mondo e agli imprenditori e ai cittadini italiani l’idea che le cose si fanno, perché la fiducia arriva dai fatti, non dalle dichiarazioni”.
Poletti condivide le preoccupazioni espresse nelle scorse ore dal presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, che aveva parlato di “ripresa debole e disoccupazione alta” per l’Italia: “una contestazione corretta – precisa il ministro – ma qualche segnale positivo c’è”. E aggiunge: ” Noi avevamo già chiaramente valutato il fatto che avevamo alle spalle una lunga crisi. Le imprese, prima di assumere, dovranno saturare gli impianti. Quindi abbiamo bisogno di una ripresa più forte, perchè solo con questa avremo nuovi posti di lavoro”. Il responsabile del lavoro intravede segnali positivi, in arrivo soprattutto dai dati delle agenzie di lavoro interinale.
Di tempi certi e riforme Poletti aveva già parlato ieri in un incontro, organizzato dai senatori Pd, per discutere del disegno di legge delega sul lavoro: il secondo provvedimento del governo dopo il “decreto Poletti” sui contratti a termine, in queste ore in discussione in Commissione lavoro al Senato. Sul “contratto a tutele crescenti e articolo 18” il governo non è pronto a discutere, ha dichiarato ieri Poletti, sbattendo la porta in faccia a Confindustria che, solo poche ore prima, nello stesso incontro, aveva rimarcato con l’intervento di Massimo Marchetti la necessita e “il coraggio di affrontare l’articolo 18”. “Il contratto a tutele crescenti ci sembra una via collaterale per non affrontare il problema principale” aveva spiegato Marchetti. Niente da fare per Poletti che ha ribadito: “la risposta del governo su questo tema sta nel testo della legge delega. L’abbiamo scritto in quei termini perché reputiamo che ci sia quello che è utile realizzare“. Il contratto a tutele crescenti “è lo spazio che abbiamo” ed è il terreno su cui l’esecutivo intende muoversi ha concluso il ministro.
Carmela Adinolfi