Legalizzazione cannabis, la mappa delle leggi nel mondo
Ormai quasi non fa più notizia come una volta, ma anche nelle ultime elezioni americane ci sono stati dei referendum che hanno approvato la legalizzazione della cannabis. Almeno in alcuni Stati USA.
Se ne è parlato poco non solo perchè la notizia era la vittoria di Trump, ma perchè ormai sono molti gli Stati in cui la cannabis è consentita.
Ma cosa succede al di fuori degli USA? A quanto pare, secondo la mappa presentata da Vividmaps, sono pochissimi i Paesi che seguono le orme di Nevada, California, Maine, etc
Naturalmente anche laddove non è permessa, la cannabis non è detto sia considerata ovunque alla stessa stregua.
In molti luoghi è decriminalizzata, almeno per uso personale, come in Italia. In altri in ogni caso non c’è di fatto una seria attenzione delle attività, anche se è formalmente un crimine.
E’ quanto accade in diversi Paesi in via di sviluppo in cui il consumo di cannabis è comunque considerato un crimine.
Legalizzazione cannabis, massima severità in Cina e nei Paesi arabi
Dalla mappa si vede bene come siano gli USA il paradiso per i fumatori di erba.
Almeno lo sono quegli Stati che hanno legalizzato recentemente, come Colorado, Massachusetts, California, Oregon, Washington, Nevada, ecc. Al di fuori degli USA solo Uruguay e Paesi Bassi consentono libertà di fumo di marijuana.
Nella gran parte degli USA e dell’America Latina come in Italia e Spagna c’è una decriminalizzazione. Chi fuma e acquista cannabis per uso personale, senza spacciare, non subisce conseguenze penali. Naturalmente con dosi diverse, più o meno generose.
Il Canada, per altri versi più progressista, invece considera il consumo d’erba un crimine, anche se poi non perseguisce molto spesso nei fatti. E’ quanto accade anche in Germania, o in India e nell’Africa subsahariana, o in Cambogia. Le forze dell’ordine di fatto chiudono un occhio.
La massima severità si riscontra laddove invece la cannabis è sempre vietata, anche a livello di consumo personale.
Quindi per esempio in Cina e in Giappone. E poi di fatto nei Paesi musulmani, praticamente tutti. In Indonesia, nella Penisola arabica, in Turchia, in tutto il Nordafrica dall’Egitto al Marocco.
Ovunque in queste aree non vi è alcuna tolleranza. Fanno eccezione Iran, Afghanistan e Pakistan. Nel primo caso il consumo è decriminalizzato, come in Italia. In cui del tema comunque si discute. Negli altri di fatto invece spesso la magistratura non persegue.
Bassa tolleranza in generale anche nell’Est Europa, dalla Bulgaria alla Polonia, e nei Paesi Scandinavi, nonchè in Francia e Regno Unito.