Mercato dell’Usato: oggi vale 19 miliardi di euro
Mercato dell’Usato: oggi vale 19 miliardi di euro
Secondo l’Osservatorio 2016 Second Hand Economy, condotto da Doxa per conto di Subito, nel 2016 la compravendita dell’usato cresce di 1 miliardo di euro rispetto all’anno precedente. Totale 19 miliardi, l’1,1% del PIL nazionale.
Mercato dell’Usato: oggi vale 19 miliardi di euro
Sempre più italiani si accostano a questo nuovo modo di fare economia. Secondo le stime di Doxa, nel 2016, il 33% di chi non ha mai acquistato e/o venduto second hand è propenso a farlo (+5% rispetto al 2015). Invece, tra chi lo faceva già, il 53% degli acquirenti dichiara di aver comprato almeno una volta ogni 6 mesi (10% rispetto all’anno precedente, +48% dei venditori).
Nel 2016 diminuiscono di 8 punti percentuali, passando dal 53% del 2015 al 45%, coloro che non hanno mai acquistato prodotti usati perché preferibili quelli nuovi. Contemporaneamente, passano dal 10 al 5% coloro che non hanno mai venduto perché particolarmente legati ai propri beni.
La crescita della second hand economy è ascrivibile anche alle nuove opportunità offerte dal digitale. Nel 2016, il 37% del mercato dell’usato avviene online. Totale 7,1 miliardi di euro, 300 milioni in più rispetto al 2015. Coinvolto il 15% della popolazione italiana. Il web viene scelto perché è il canale più veloce (66%, +6% rispetto al 2015). Inoltre, aggiunge l’utenza coinvolta nell’indagine, internet ha reso la second hand economy più accessibile e ampia (68%), offrendo la possibilità di trovare facilmente ciò che si cerca (58%) e di fare buoni affari (50%).
Mercato dell’usato: la crescita digitale
In continua evoluzione l’approccio italiano al mercato dell’usato. Risulta un modo per favorire il riuso e lo sviluppo della sostenibilità ambientale (60% degli utenti, +12% rispetto al 2015), un modo intelligente di fare economia (48%). Ma anche un’opportunità per acquistare oggetti unici e vintage (44%). Chi fa second hand economy dichiara di considerarla una scelta consapevole (58%, +5% rispetto al 2015). Quindi, non solo legata a motivi di risparmio.
Accrescendo la consapevolezza delle loro scelte, i consumatori sostengono il ruolo della second hand economy come driver dell’economia circolare. “L’economia circolare non è il futuro, ma è già il presente di un nuovo modo di intendere il rapporto tra economia e società” spiega l’economista e divulgatore scientifico Luciano Canova. “Proprio per questo, circular is trend but not trendy. Non è una moda passeggera. Ma una radicale trasformazione del nostro modo di intendere produzione, consumo e, conseguentemente, benessere”.
Mercato dell’usato: l’economia circolare
L’economia circolare contribuisce a una crescita sostenibile che porta vantaggi sia al consumatore sia alle imprese sia al sistema Paese. Il consumatore, che vede aumentare la vita di un prodotto, può risparmiare denaro e reinvestirlo in esperienze che ne migliorano il benessere personale; l’impresa diviene socialmente responsabile del prodotto e rende più efficiente l’utilizzo delle materie prime, razionalizzando così i propri costi; infine, il sistema Paese trae beneficio da un modello produttivo sostenibile, che migliora l’impatto ambientale della produzione senza intaccare la crescita.
In questo contesto, la second hand economy risulta sia causa che effetto dell’economia circolare. Da una parte, il mercato dell’usato è un mercato fondato sul riuso del prodotto. Dunque, perfetto strumento di economia circolare. Dall’altra, il nuovo modo di intendere il processo produttivo, in cui il consumatore riveste un ruolo centrale tipico dell’economia circolare, alimenta l’industria della second hand economy, la cui crescita, ad oggi, è inarrestabile.