Ilva, il sindaco di Taranto ordina la sospensione del raffreddamento della ghisa
Rimuovere il problema entro 30 giorni o l’area verrà fermata. E’ l’ordine da parte del sindaco di Taranto Ezio Stefano, intervenuto in merito all’operazione di raffreddamento della ghisa tramite acqua di mare da parte dell’Ilva. La decisione del primo cittadino del capoluogo pugliese segue una lettera scritta a metà maggio e rivolta all’azienda, alla quale il sindaco ritiene di non aver ricevuto risposta adeguata.
GHISA ED INQUINAMENTO – La granulazione della ghisa è un processo di raffreddamento fatto con acqua di mare in grandi quantità. L’operazione è ritenuta altamente inquinante – in particolar modo a causa dell’acqua di scarico e dei vapori del raffreddamento – ed in quanto tale va sospesa. Anche perchè, secondo Stefano trattasi di pratica ordinaria e non occasionale, in quanto utilizzata per ben 24 volte nel solo 2013.
LE REPLICHE – L’ordinanza disposta dal primo cittadino tarantino – basata sui rilievi condotti nei mesi scorsi dall’Arpa Puglia e dall’Asl di Taranto – ha suscitato vive reazioni. “In 30 giorni non si fa nulla”, sottolinea il sub commissario Ilva Edo Ronchi, in attesa di eventuale riconferma del mandato. Ronchi – che ha chiesto al governo più poteri – aggiunge: “non ci sono i presupposti tecnici per farlo e in questo momento l’azienda non ha nemmeno le risorse necessarie”. Su quanto sollecitato dal Comune, Ronchi precisa: “l’intervento per gli scarichi idrici a valle del processo di granulazione della ghisa in altoforno, è già inserito nel piano delle acque che comprende 50 interventi”. Ed aggiunge: “sulla granulazione della ghisa a seguito di raffreddamento c’è stato uno scambio di lettere e documenti col Comune di Taranto e in una di queste il direttore dello stabilimento ha detto che il problema era stato valutato e che si stava individuando la tecnologia più adatta”.
IL SINDACO DIFENDE L’ORDINANZA – Fermo sulla sua posizione il sindaco Stefano: Arpa Puglia e Asl hanno evidenziato “criticità legate alla liberazione in atmosfera di inquinanti ed alla presenza di scarichi non regolamentati in Aia”. E, parlando della risposta dell’Ilva alla lettera del Comune, aggiunge: in essa non si indica “alcun cronoprogramma di progettazione, approvazione e realizzazione degli interventi”, facendo dunque permanere “condizioni di eccezionale e urgente necessità di tutela della salute pubblica e dell’ambiente”.
MOMENTO CRUCIALE – Il tutto avviene in un momento particolarmente delicato, tra la carenza di liquidità da parte dell’azienda e l’attesa per la decisione della Cassazione in merito alle accuse di disastro ambientale nei confronti dei vertici del polo siderurgico.
Alessandro Genovesi