La diaspora in Sel non si ferma. Anche il deputato Alessandro Zan, cofondatore del partito, è ad un passo dall’uscita. “La decisione è ormai matura”, le parole del parlamentare, che aggiunge: “ho chiesto per domani la convocazione di un’assemblea provinciale per parlare col territorio e lunedì ci sarà la riunione del gruppo parlamentare per le decisioni definitive”.
FUGGI FUGGI – Il deputato è dunque pronto ad aggiungersi alla sempre più corposa truppa di fuoriusciti. Con Alessandro Zan diventano infatti ben 7 i parlamentari che salutano il partito di Nichi Vendola, considerati gli addii di Claudio Fava, Gennaro Migliore, Titti Di Salvo, Ileana Piazzoni e Ferdinando Aiello, che hanno fatto seguito all’uscita dell’onorevole Michele Ragosta.
INFIAMMANO LE POLEMICHE – Le acque in Sel diventano sempre più agitate. Ad intervenire è anche l’ex ministro Fabio Mussi – membro della direzione nazionale di Sel – che auspica una “pausa di riflessione” da parte dei dimissionari. Critico il coordinatore del partito, Nicola Fratoianni, che parla di una spaccatura avvenuta “sul governo” e non sulla collocazione partitica. “Chi se ne va lo fa perché ritiene necessario cambiare la collocazione di Sel e sostenere l’azione del governo Renzi”, l’opinione di Fratoianni. Che aggiunge: ” non considero questa scelta un tradimento, semplicemente non sono d’accordo e penso che sia un errore clamoroso”.
LA SINISTRA NON E’ MORTA – “Chi tra i parlamentari se ne va parte dall’idea che si sia chiuso ogni spazio politico per una forza autonoma della sinistra” continua Fratoianni. Che rispetta ma non condivide, parlando dell’esistenza di un campo da coltivare intelligentemente basandosi sull’esperienza della Lista Tsipras, da vedere non come “un recinto nel quale rinchiudersi, ma come uno dei punti da cui muovere la nostra iniziativa per ricostruire le condizioni del cambiamento, per incalzare il governo e persino se ce ne saranno le condizioni per cambiare in parlamento i rapporti di forza”.
Massimo Borrelli