Movimento 5 Stelle: petizioni online e voto elettronico a Roma
All’indomani delle ultime elezioni politiche, nel 2013, nasceva la piattaforma online del Movimento 5 Stelle. Uno strumento di democrazia partecipativa 2.0. Attraverso di essa gli attivisti, iscritti al portale del M5S, con documento di identità già verificato, potevano discutere online le proposte di legge di iniziativa parlamentare; con possibilità di indicare integrazioni, modifiche, obiezioni, suggerimenti o vizi di forma, nonché di votare gli interventi degli altri utenti.
Movimento 5 Stelle: petizioni online e voto elettronico a Roma
Morto Gianroberto Casaleggio (12 aprile 2016), il Movimento raccoglie l’eredità a cui lo stesso “guru” stava lavorando e lancia Rousseau; diretta evoluzione della piattaforma pentastellata inaugurata nel 2013. Alla funzione di partecipare alla scrittura, modifica e valutazione delle leggi nazionali, regionali ed europee, si aggiungevano altre tre aree tematiche:
- Il voto per le liste elettorali o per pronunciarsi su un tema specifico;
- Fund Raising, la raccolta fondi per elezioni o eventi del M5S;
- Scudo della Rete, la raccolta fondi a tutela legale del M5S, o dei suoi iscritti o eletti.
Movimento 5 Stelle: Rousseau torna alla ribalta
La piattaforma Rousseau è tornata alla ribalta del dibattito pubblico ieri. Quando la maggioranza capitolina targata cinque stelle ha presentato in Campidoglio una proposta di delibera per modificare lo statuto di Roma Capitale all’insegna della democrazia diretta.
L’idea è introdurre la possibilità di petizioni online e sperimentare il voto elettronico per i referendum comunali. Inoltre, si propone l’abolizione del quorum di partecipazione per i referendum comunali e l’introduzione del referendum propositivo. Ciò dovrebbe consentire la presentazione di proposte che saranno votate dai cittadini, con obbligo di ricezione da parte dell’amministrazione.
Il progetto è stato presentato dall’assessore alla Roma Semplice, Flavia Marzano, dal presidente della commissione Roma Capitale, Angelo Sturni, e dal deputato cinque stelle Riccardo Fraccaro.
“Noi usiamo una piattaforma rivoluzionaria, la Rousseau; vogliamo avviare questo modello anche dentro il sito di Roma Capitale – ha spiegato Sturni – dando la possibilità ai cittadini di esprimersi. In cinque anni – continua il consigliere – vogliamo passare da Mafia Capitale alla capitale della democrazia diretta. Vogliamo sperimentare anche il voto elettronico per i referendum sul modello statunitense”.
Movimento 5 Stelle: l’intervento di Flavia Marzano
Ma l’assessore Flavia Marzano ha smentito subito l’idea di trasformare Rousseau in una piattaforma istituzionale. “Il sistema Rousseau non sarà integrato all’interno del portale di Roma Capitale – ha scritto su Facebook – La proposta presentata questa mattina dal gruppo consiliare M5S introduce strumenti di democrazia diretta nello Statuto di Roma Capitale, con l’intento di coinvolgere i cittadini sempre più nella vita pubblica di Roma”.
Continua la Marzano: “Leggo negli interventi di alcuni esponenti politici molta confusione, visto che vengono sovrapposti gli strumenti previsti dalla norme con quella che è la gestione della piattaforma interna del M5S, il cosiddetto ‘Sistema Rousseau’. Appare banale fare questa distinzione, ma è necessario farla, vista l’imprecisione e la superficialità che leggo in materia di partecipazione”. Poi ha ribadito: “il sistema Rousseau non sarà integrato all’interno del portale di Roma Capitale”.
Movimento 5 Stelle: Rousseau e il portale della Capitale
Rousseau è un sito proprietario, essendo di dominio del Movimento 5 Stelle e della Casaleggio Associati. In pratica, non è basato su piattaforme aperte. Quindi, non se ne può riproporre lo schema in un sito istituzionale aperto a tutti gli elettori capitolini.
Nella piattaforma pentastellata, per esempio, non vi è nessuno, oltre al partito di Grillo e alla Casaleggio, a certificare come valide le attività degli attivisti che, nel caso di Roma, sarebbero tutti i cittadini, i quali, in queste modalità, non avrebbero garanzie sulla propria partecipazione.
Per farla breve, una piattaforma elettronica tramite la quale i cittadini possano esplicare la propria partecipazione diretta alla vita pubblica, in questo caso comunale, necessita di una legislazione ad hoc che la renda accessibile a tutti e, soprattutto, che tuteli la privacy dei coinvolti, assicurando la segretezza del voto sancita dall’articolo 48 della Costituzione.