Movimento 5 Stelle: a Roma cade la maggioranza nel Municipio VIII
Dopo il no della Conferenza sul progetto dello Stadio della Roma, la nuova tegola per Virginia Raggi viene dai municipi. Si conclude dopo dieci mesi, l’esperienza di governo M5S nel Municipio Roma VIII. Le dimissioni del presidente Paolo Pace sono diventate, infatti, effettive mercoledì 5 aprile. A poco, è valso l’ultimo tentativo di mediazione dei consiglieri Pacetti e Ferrara, che lo avevano invitato a ripensarci. Come riporta Il Fatto Quotidiano, le dimissioni del mini-sindaco sono il tragico epilogo delle tensioni con la sua stessa maggioranza. Erano cominciate già nel settembre 2016.
Movimento 5 Stelle: nel Municipio VIII tensioni dal 2016
Un’ala dissidente del consiglio, diventata in breve tempo maggioritaria, aveva accusato il presidente di una “guida autoritaria, dispotica e poco trasparente”, lontana dalle promesse fatte in campagna elettorale. Pace aveva replicato accusando i “ribelli” e sostenendo di non poter lavorare in condizioni ostili e senza un mancato rispetto delle gerarchie.
Avevano ulteriormente compromesso la stabilità della maggioranza, sostiene il quotidiano di Travaglio, il dissenso su alcune questioni specifiche. A partire dalla richiesta di dimissioni del vicepresidente Serafini, accusato dai dissidenti di conflitto di interessi, un rimpasto di giunta su cui la maggioranza rivendicava una scelta collegiale e la riqualificazione degli ex Mercati generali, osteggiata dalla base.
Movimento 5 Stelle: da fiore all’occhiello a caos
Per ricomporre la frattura, ad inizio 2017, Palazzo Senatorio aveva mandato tre tutor. Quindi, il 7 marzo, era stata Virginia Raggi in persona a scendere in campo per risolvere la questione. Il risultato era stato una riunione fiume con le parti al Campidoglio e che aveva portato ad una tregua temporanea. Una tregua, però, rinnegata dallo stesso Pace proprio al Fatto.
Il 16 marzo, dunque, l’annuncio delle dimissioni. Con un comunicato, il mini-sindaco motivava la scelta con “l’impossibilità di ricomporre un rapporto umano e politico con l’ala dissidente davanti ai continui tentativi di sabotare l’azione di cambiamento che stiamo portando avanti in Municipio”.
Nella nota, Pace parlava di una “maggioranza che si comportava costantemente da opposizione; controllando e criticando ogni atto della giunta prima ancora che venisse prodotto; effettuando veri e propri blitz negli uffici amministrativi e producendo così una indebita e inaccettabile ingerenza che ha provocato le reazioni dei dipendenti, che ringrazio per l’impegno profuso in questi mesi, e dei sindacati”.
Un “comportamento sterilmente ostruzionistico” dei dissidenti, secondo Pace, ha trasformato “da fiore all’occhiello dell’amministrazione Capitolina (come documentato anche dalle attestazioni di stima da parte dei cittadini), a caos”.
Movimento 5 Stelle: chi sarà il commissario?
L’Ottavo Municipio finisce per restare senza guida a pochi mesi dal voto quello che fu un risultato storico per il Movimento Cinque Stelle.
Il municipio, infatti, è una delle comunità territoriali più rosse della città (Garbatella, Ostiense e il quartiere Ardeatino). Dal 2001 al 2016, a governare sono stati un esponente si Rifondazione COmunista prima (l’attuale vicegovernatore del Lazio Massimiliano Smeriglio) e il vendoliano Andrea Catarci.
Come da statuto, adesso, la guida verrà assunta o dal sindaco Raggi ad interim o da un suo delegato. “Deciderà la sindaca se tenere lei la responsabilità dell’incarico o delegare qualcun altro” spiega il capogruppo M5S Paolo Ferrara, sottolineando di non aver timore per l’esito delle elezioni anticipate. “Il M5S andrà sicuramente bene” sostiene l’ex candidato a mini-sindaco di Ostia.
L’incognita riguarda anche la data del voto. Se le opposizioni, con l’ex presidente Andrea Catarci in testa; chiedono il commissariamento breve, si fa strada l’ipotesi di un accorpamento con le municipali di Ostia. Tornata elettorale, però, probabilmente ancora lontana. Come riporta Il Messaggero, infatti, il commissario governativo per il X Municipio, Domenico Vulpiani, potrebbe rimanere sino al 2018.