Quella appena conclusa è stata una settimana molto importante per lo scenario politico italiano e che ha posto le basi per il futuro aprendo ufficialmente la lunga strada verso le elezioni del 2013.
Nell’anno del boom di Twitter non poteva che essere una foto postata sul social media dei cinguettii ad immortalare il quadro politico attuale, dipingendo la facciata serena di una grande coalizione in realtà fragile e instabile quanto una panchina del Palermo. Il vertice ABC, tra Alfano Bersani e Casini a casa Monti, ha rinsaldato apparentemente la maggioranza che supporta il governo sui temi fondamentali della riforma del lavoro e sui tempi dell’agenda politica.
Quanto di nuovo è emerso dal vertice di Palazzo Chigi, invece, sembra essere la netta distanza tra la percezione che i cittadini hanno del ruolo del premier Monti e quella dei tre segretari di partito. Come ha scritto Ilvo Diamanti su Repubblica, è ormai palese nell’opinione pubblica italiana la convinzione che esiste un leader forte al governo, lontano dalle logiche partitiche, e che i partiti invece soffrano la cronica mancanza di una personalità forte alla loro guida.
[ad]L’immagine, fortemente comunicativa e sapientemente postata da Casini, oltre a legittimare i tre partiti a sponsorizzarsi presso un governo comunque ben sopportato dagli italiani, rimane ad ogni modo la fotografia di un momento in cui i partiti stanno a guardare, cercando al massimo di far leva sui tecnici con l’arma del ricatto parlamentare.
Al di là delle facili battute sul fatto che Monti non fosse l’unico attaccato alla poltrona, ricollegare la foto ad un’immagine di tre studenti a ripetizione dal maestro viene però quasi immediato. A pochi mesi dall’inizio delle vere e proprie schermaglie elettorali i tre segretari dovrebbero chiedersi qual è l’immagine che gli elettori avranno di ognuno di loro, e quanto dopo Monti essi possano apparire all’altezza di un leader che in questi mesi li ha sempre tenuti, mediaticamente e politicamente parlando, sotto scacco. Il desiderio degli italiani di vedere volti nuovi, soprattutto nel caso di Pd e Udc, pare, oggi più che mai alla luce delle rispettive classi dirigenti, tanto urgente quanto irrealizzabile.
A tal proposito, val la pena registrare un’altra immagine colma di significati politici e che vede protagonista il più grande assente della scena politica italiana di questi ultimi due mesi. Sabato pomeriggio infatti Berlusconi era presente sugli spalti del Tardini di Parma a seguire il suo Milan in trasferta, con sguardo curioso e partecipato, così come non accadeva da anni. “Studio da dirigente” ha dichiarato ironico a fine partita. La sua voglia di rimanere fuori dai giochi politici attuali e di mostrarsi su altri campi rispetto a quelli in cui giocano i partiti, lo ripagherà nel momento opportuno, cioè a ridosso delle elezioni, quando proverà a rivendersi la sua uscita di scena come saggia e miracolosa indipendentemente da chi sarà il candidato del PDL. Tenersi lontano dalle attuali contese politiche e dalle competizioni mediatiche con l’attuale Presidente del Consiglio, rilancerà in termini elettorali la sua forza carismatica, contrastando, e staremo a vedere in che misura, le delusioni dello stesso elettorato di destra nei confronti del suo recente operato.
Due immagini che insieme alla foto di Vasto parlano più di mille parole e che dimostrano l’importanza di una strategia politica (e di conseguenza comunicativa) che punti al lungo periodo in maniera coerente e decisa.