Sondaggi politici SWG: elettori PD appoggiano neoliberismo
Nell’ultimo approfondimento di SWG, si parla di protezionismo contro neoliberismo. Partiamo proprio da quest’ultimo. Il modello economico partorito dalla celebre Scuola di Chicago, con massimo referente Milton Friedman, fu cruciale per determinare l’ulteriore apertura dei mercati e del commercio globale. I primi a subire gli influssi dell’attraente teoria furono niente meno che Ronald Reagan e Margaret Thatcer.
Da allora, dai felici anni ’80, la politica economica continua a basarsi nelle teorie e pratiche neoliberiste – applicate in primis negli USA e negli UK -. Con il passare degli anni e l’avvento della crisi finanziaria del 2008, il neoliberismo entra in una fase di profonda crisi. I venti populisti spingono via, con forza, le resistenze neoliberiste, altamente organizzate ma fiaccate. L’attuale congiuntura favorisce un riflusso di carattere protezionista, rappresentato mediaticamente da Donald Trump, Marine Le Pen e l’ex leader di UKIP, Nigel Farage.
Sondaggi politici, neoliberismo contro protezionismo: Italia spaccata in due
La prima domanda sottoposta agli intervistati da SWG è la seguente; “Secondo lei, ad oggi, il libero mercato ha portato più vantaggi o svantaggi all’Italia?” La domanda viene posta in maniera che si consideri un arco temporale amplio, piuttosto che il momento attuale.
La risposta più gettonata è quella moderatamente positiva: il libero mercato avrebbe portato qualche vantaggio in più rispetto alla chiusura, al protezionismo. Ciò nonostante, nel complesso, prevalgono le risposte negative. Pesa – e molto – il 15% profondamente in opposizione al neoliberismo. Una percentuale alta che si riflette nelle intenzioni di voto. I risultati aggregati, tutto sommato, si equivalgono. Il 41% vede più pro che contro. Una percentuale leggermente maggiore (43%) ma maggiormente radicalizzata opina il contrario. Infine, un 16% non saprebbe come rispondere ed evita di esporsi sul tema.
Sondaggi politici SWG: il neoliberismo piace al PD
A conferma dello spostamento verso destra del PD, la grafica che segue mostra il risultato filtrato per intenzioni di voto. Si considera, infatti, che il neoliberismo si rifà all’ideologia liberale, associata prevalentemente alla destra tradizionale.
Solo gli elettori del PD si esprimono a maggioranza favorevole del neoliberismo. A rispondere positivamente sono oltre due elettori del Partito Democratico su tre (il 67%). Una percentuale decisamente alta che conferma questo spostamento verso il centrodestra da parte dei “dem”.
Passando ai partiti tradizionali di destra in Italia, troviamo Lega Nord e Forza Italia. Complice lo scetticismo verso le istituzioni europee e la moneta unica, il grado di soddisfazione verso il libero mercato è decisamente basso. In particolare, la Lega Nord fonda la sua narrativa nel contrasto verso il processo integrativo. Non sorprende, quindi, che gli elettori leghisti siano i più critici con le politiche neoliberiste.
Passando al Movimento 5 Stelle – difficilmente identificabile solo per posizionamento ideologico – anche i pentastellati si dimostrano scettici con il libero mercato. La ripartizione delle risposte si sovrappone quasi perfettamente – in risultati aggregati – con Forza Italia.
Infine, una buona parte di indecisi evita di esporsi (20%); vi è una sostanziale spaccatura tra chi considera positivamente il neoliberismo (41%) e chi no (39%).