Dici Natal e ti vengono in mente le dune e le spiagge bianche. Dici Natal e pensi agli anni della guerra. Natal è tutto questo, ma anche altro. A partire da cose che non si vedono, come l’aria più pulita che si possa trovare nel continente americano, secondo la Nasa. E rispetto a tante altre città del Brasile anche il tasso di criminalità è più basso. Un biglietto da visita mica male. È qui che l’Italia affronterà l’Uruguay, terza ed ultima partita del girone D. Obiettivo: centrare il pass per gli ottavi di finale.
Natal vive soprattutto di turismo – la notte è sempre giovane, grazie alle discoteche e ai locali – ed è meta prediletta dei surfisti, attratti dalle onde altissime. Ma è anche terra di petrolio.
Così come a Manaus e a Recife, anche a Natal fa un gran caldo. E così come a Manaus e a Recife, anche a qui le piogge sono una costante. Soprattutto in questo periodo dell’anno. Le precipitazioni della scorsa settimana (è caduta tanta acqua quanta ne cade di solito in un mese) hanno spinto le autorità a dichiarare lo stato d’emergenza. La zona di Ponta Negra è stata allagata. Ad Areia Preta la polizia ha sgomberato una cinquantina di abitazioni.
Italia-Uruguay si giocherà all’Arena das Dunas: nome e forme che richiamano proprio le caratteristiche dune della zona. I pannelli fotovoltaici lo rendono uno degli impianti più eco-friendly del Brasile. Si trova nel centro città: un particolare da non sottovalutare, visto che Natal è sprovvista di una rete di trasporto pubblico all’altezza della kermesse mondiale.
Capitale dello stato del Rio Grande do Norte, Natal è la città più orientale del Brasile e quindi più vicina all’Africa: una collocazione che l’ha resa decisamente importante dal punto di vista strategico. Durante la Seconda Guerra Mondiale gli Stati Uniti costruirono da queste parti una base militare. Il presidente Franklin Delano Roosevelt considerava Natal il “trampolino per la vittoria”, il punto da dove far partire i rifornimenti per le truppe alleate in Africa, ha ricordato il Washington Post. Negli anni del conflitto, l’aeroporto della città era il più trafficato al mondo, con atterraggi e decolli ogni tre minuti. Nel 1947 le truppe a stelle e strisce se ne andarono, lasciando in giro un bel numero di bambini metà statunitensi e metà brasiliani.
Agli azzurri di Prandelli basterà che Natal diventi il trampolino per il passaggio del turno.