Tra accuse di irregolarità e proteste di piazza, in Afghanistan sale la tensione e torna lo spettro dell’instabilità politica a pochi mesi dall’annunciato ritiro delle truppe alleate. Abdullah Abdullah, uno dei due candidati nel ballottaggio presidenziale afghano, insiste: brogli elettorali stanno condizionando l’esito è irregolare.
Abdullah ha puntato il dito contro la Commissione elettorale già qualche giorno fa: “Non abbiamo alcuna fiducia negli organi elettorali. Il processo di conteggio deve fermarsi immediatamente e, se continuerà, non avrà alcuna legittimità”. Dati gonfiati sull’affluenza, episodi di voti multipli, ma soprattutto una Commissione elettorale che avrebbe interferito: accuse che Abdullah Abdullah ha rilanciato anche ieri.
Come scritto dall’agenzia Reuters, Abdullah ha diffuso una registrazione audio che a suo dire proverebbe le irregolarità commesse dalla Commissione elettorale, la quale si sarebbe messa in contatto con alcuni seggi del paese chiedendo di alterare il voto attraverso l’uso di parole in codice. La Commissione ha negato di aver esercitato pressioni.
Il rischio è che il paese precipiti di nuovo nel caos. Abdullah può godere del sostegno della comunità tagika, che comprende circa un quarto della popolazione. Ashraf Ghani raccoglie voti soprattutto tra gli elettori di etnia pashtun, di cui fa parte la maggior parte degli afghani.
Abdullah ha chiesto l’intervento dell’Onu, una proposta raccolta anche dall’attuale presidente Hamid Karzai che ha chiesto alle Nazioni Unite di intervenire per togliere il paese da questo stallo elettorale. Da New York hanno fatto sapere di essere pronti a dare una mano, ma che servono “ulteriori dettagli sulla proposta”.
Il timore è che per l’Afghanistan si stia riaprendo una stagione di tensioni. Nel fine settimana, centinaia di persone hanno sfilato per le strade di Kabul raccogliendo l’invito di Abdullah. “Il nostro voto è il nostro sangue e combatteremo per questo” hanno gridato. Il risultato delle elezioni è atteso per il 22 luglio: manca ancora un lungo, lunghissimo mese.