In vista dell’approvazione delle riforme, si accende lo scontro sul ritorno dell’immunità per i senatori. Nel testo sul nuovo Senato che ci si accinge a discutere ci sarà l’immunità per i senatori. Una norma che, apparentemente, vogliono in pochi (Nuovo Centrodestra, per esempio) e scontenta quasi tutti. Dal Ministro Boschi: “il Governo non la voleva” ai 5 Stelle (per Di Maio “una vergogna”, passando per Forza Italia (Romani: “anche noi siamo contrari”). Ma è la fronda interna al Partito Democratico che fa notizia. Forti le parole di Anna Finocchiaro, presidente della Commissione Affari Costituzionali.
Anna Finocchiaro smentisce il ministro Maria Elena Boschi: “L’esecutivo ha vistato due volte i nostri emendamenti, compreso quello sull’immunità. Conosceva il testo, sapeva tutto. Ha fatto una scelta. Io avevo proposto che a decidere sulle autorizzazioni all’arresto e alle intercettazioni dovesse essere una sezione della Consulta e non il Parlamento. Valeva sia per il Senato sia per la Camera. È una proposta di legge che ho presentato in questa legislatura e anche nella precedente. Stavolta l’avevo scritta in un emendamento, che è sparito dal testo perchè il governo ritiene che non si debba appesantire il lavoro della Corte costituzionale”.
Il presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato Anna Finocchiaro in un’intervista a Repubblica in cui si dice “disgustata dallo scaricabarile”. Cosa vogliono da me? Vogliono dire che la Finocchiaro protegge i corrotti e i delinquenti? Ma stiamo scherzando. È questo il loro giochino? Sono disgustata“, afferma la senatrice del Pd. Adesso “sto pensando di proporre addirittura un emendamento al mio emendamento per far passare l’idea del rinvio alla Corte. Sono favorevole anche a uno scudo valido solo per le espressioni e i voti dati in aula. Risponderò così a questo fastidioso scaricabarile su di me. Però – osserva – è incredibile che tutto si riduca all’immunità: abbiamo fatto un lavoro pazzesco tutti insieme, ne è venuto fuori un Senato vero ma innovativo”.