Luigi Di Maio, M5S e cattolici: mediazione o ricerca di consensi?
Luigi Di Maio, M5S e cattolici: mediazione o ricerca di consensi?
È l’enciclica Rerum Novarum a porre le basi della dottrina sociale della Chiesa Cattolica. Siamo nel 1891. A emanarla è Papa Leone XIII. L’avanzata della lotta di classe, e la violenza tra le parti che da essa scaturiva, portò all’istituzionalizzazione della posizione della Chiesa nei confronti della situazione sociale. Anche se è passato più di un secolo, i temi trattati nella Rerum Novarum ritrovano spazio nel dibattito pubblico.
Luigi Di Maio, M5S e cattolici: la liberalizzazione degli orari di lavoro
Qualche giorno fa dilagava la polemica attorno all’apertura domenicale degli esercizi commerciali. Sabato 15 aprile, parte dei lavoratori dell’outlet di Serravalle Scrivia, provincia di Alessandria, ha scioperato e protestato contro la decisione della proprietà di tenere aperti i negozi anche nel fine settimana di Pasqua. Da sempre contraria al lavoro domenicale, la Chiesa Cattolica ha appoggiato la protesta dei lavoratori insieme ai sindacati.
Varie le posizioni della politica. Dalla parte degli scioperanti, il vice presidente della Camera 5 stelle Luigi Di Maio. In un lungo post Facebook, il pentastellato ha espresso la propria contrarietà nei confronti della liberalizzazione degli orari di lavoro, introdotta nel 2012 dal Governo Monti in un’ottica di ripresa economica.
Oltre alla critica dell’operato dei governi precedenti e attuali, però, si è rilevato un elemento aggiuntivo e inedito per il Movimento. “Non è solo una questione economica. Ma di serenità familiare e di felicità personale” ha scritto il vicepresidente della Camera. “L’eliminazione degli orari di chiusura degli esercizi commerciali ha ottenuto come unico risultato lo sfaldamento del nucleo familiare del negoziante e dei dipendenti. Lontani dalla famiglia 7 giorni su 7” continuava.
Luigi Di Maio, M5S e cattolici: apertura al dialogo
Parlare di “sfaldamento di nucleo familiare” ha creato, per la prima volta dalla nascita del Movimento, un’apertura nei confronti del mondo cattolico. “Constato che il M5S entra in modo serio nella discussione. Credo sia comune la preoccupazione che almeno un giorno della settimana sia dedicato a relazioni diverse da quelle lavorative. Non è un tema solo religioso” risponde Marco Tarquinio, direttore del quotidiano della Cei Avvenire, intervistato da Cesare Zapperi per il Corriere della Sera.
Riferendosi alla presa di posizione di Di Maio, ha poi aggiunto “è una dimostrazione di sensibilità. Ha capito che il problema non aveva cittadinanza nel dibattito politico ma nella vita delle persone”. Assolutamente certo della buona fede del pentastellato, Tarquinio, rispondendo alla domanda provocatoria di Zapperi riguardo al post di Di Maio – provocazione accreditata dalle ultime dichiarazioni di quest’ultimo in tema di immigrazione, poco consone all’invocazione all’accoglienza di Papa Francesco – afferma: “Credo che sia un politico che ha preso coscienza di un problema reale”. Ma non è tutto.
Secondo il giornalista, il Movimento 5 Stelle è già un interlocutore del mondo cattolico: “sono tanti i cattolici che partecipano alle iniziative del Movimento. Se guardiamo ai grandi temi (dal lavoro alla lotta alle povertà), nei tre quarti dei casi abbiamo la stessa sensibilità”.
Luigi Di Maio, M5S e cattolici: possibile mediazione?
Molti i disaccordi sorti nel mondo cattolico riguardo a questa ultima affermazione del direttore di Avvenire.
Oltre ai semplici credenti, molti dei quali hanno scritto lettere a Tarquinio per avere delucidazioni in merito alla sua intervista, Famiglia Cristiana, in un articolo di Francesco Anfossi, commenta: “Il problema è capire – seguendo il ragionamento di Tarquinio – cosa c’è dentro quell’ultimo quarto in cui questa sensibilità è assente o è addirittura anticristiana”. Continua Anfossi: “Non è un mistero che dietro una visione ‘francescana’ della comunità dei cristiani e di una Chiesa ‘povera’ finiscono per nascondersi spesso pulsioni anticlericali e laiciste che la vorrebbero relegata a una funzione assistenziale, marginale, quasi catacombale, senza però pretese di sussidiarietà. Dunque senza il minimo finanziamento da parte dello Stato”.
Una visione dello Stato, quella pentastellata, molto differente rispetto a quella della dottrina sociale della Chiesa. “La morale politica grillina è che l’unico ente meritevole di credito è lo Stato. Quello che deve organizzare, finanziare e gestire l’istruzione; che non può accettare ingerenze”. Il riferimento è chiaro; i recenti tagli operati dal sindaco di Torino, Chiara Appendino, ai finanziamenti alle scuole paritarie dell’infanzia, alla continua polemica grillina sul non pagamento dell’Imu da parte della Chiesa, nonché alle posizioni anti-8×1000 del Movimento.
Infine, elencando i numerosi argomenti che distanziano le posizioni cattoliche da quelle del M5S, Famiglia Cristiana approda a quelli che vedono i due completamente contrapposti: i temi etici. “Sui temi etici, poi, i politici del Movimento 5 Stelle hanno pochi dubbi. Matrimonio gay; adozione da parte delle coppie gay; eutanasia; unioni di fatto; testamento biologico; fecondazione eterologa; legalizzazione delle droghe leggere; fino alla sperimentazione della Ru486; la pillola abortiva. Non c’è argomento etico che non veda il Movimento 5 Stelle sulla sponda opposta alla dottrina della Chiesa”.
Luigi Di Maio, M5S e cattolici: mediazione o ricerca di consensi?
All’intervista di Marco Tarquinio segue quella di Beppe Grillo a firma Arturo Celletti e Luca Mazza per l’Avvenire. Sembrerebbe, dunque, che il passo in avanti verso i cattolici di Di Maio, e in generale del M5S, sia stato accolto da quest’ultimi.
Niente di scandaloso, comunque. Con la fine della Democrazia Cristiana, il mondo cattolico ha perso il suo referente politico. Tutta la Seconda Repubblica è dominata da una spasmodica ricerca di dialogo dei cattolici con le forze politiche che ricoprono, o potrebbero ricoprire, ruoli dirigenziali a livello governativo. Modus operandi, peraltro, totalmente coerente con lo spirito della Rerum Novarum del 1891, il cui intento era quello di trovare una terza via tra il socialismo e il capitalismo. Una terza via alla ricerca di un protagonismo cattolico in un contesto sociale che dava poco spazio alla Chiesa, un po’ come quello di oggi.