Priorità sono crescita e lavoro: l’Italia scrive all’Unione Europea

Pubblicato il 23 Giugno 2014 alle 13:05 Autore: Carmela Adinolfi
premier renzi

Crescita e lavoro le linee guida del nuovo Parlamento di Bruxelles. Il suggerimento arriva dal documento, anticipato stamattina dall’Ansa, e consegnato dall’Italia all’Unione Europea. Un testo, quello recapitato al presidente del consiglio europeo Herman Van Rompuy, in cui si anticipano i temi e le necessità che l’Italia avanzerà nel prossimo vertice europeo, previsto per giovedì e venerdì prossimi a Bruxelles. Un appuntamento importante, soprattutto in vista del semestre italiano di presidenza, che comincerà il prossimo 2 luglio, data in cui il premier Renzi terrà una relazione a Strasburgo, durante la prima seduta plenaria del nuovo Parlamento europeo, per presentare il programma di lavoro e le priorità della presidenza italiana. Intanto stamani, riunione dei ministri degli Esteri dei paesi membri: incontro preliminare, questo, in vista dell’assemblea dei capi di stato e di governo prevista per fine settimana. 

PARLAMENTO EUROPEO

Nel documento, messo a punto dal governo e dalla presidenza del consiglio dei ministri, si sottolinea la necessità di “un profondo cambiamento nell’agenda politica ed economica europea perché è arrivato il tempo di ripensare la strategia per rilanciare la crescita e creare lavoro”. “Tocca a noi – si legge nel testo – far ripartire l’Europa, darle un nuovo inizio, perché una rissa sulle nomine sarebbe incomprensibile agli occhi dei cittadini europei”. Non solo le nomine, dunque, e la distribuzione degli scranni fra i diversi gruppi parlamentari, ma anche un impegno concreto, comune, sul fronte delle riforme. Bisogna “incoraggiare le riforme strutturali a livello nazionale perché sono il pilastro della nuova agenda politica europea – emerge dal documento – le riforme sono il principale motore della crescita, soprattutto se lo sforzo è compiuto con ampio consenso a livello nazionale e in contemporanea con altri Paesi”.  

Riforme, nuova agenda politica e inversione di marcia per un’Europa fortemente scossa dall’esito della consultazioni dello scorso 25 Maggio, quando l’ondata di euroscetticismo si è tradotta, ad esempio, nella vittoria dei partiti ultranazionalisti di Marine Le Pen in Francia e di Naigel Farage in Gran Bretagna. Un segnale di cui i vertici europei devono tenere conto e che sta allungando anche i tempi per la nomina del nuovo presidente della Commissione: i veti incrociati di Inghilterra, Francia e Germania, infatti, non ne hanno ancora permesso l’elezione, complice anche la vittoria di misura del candidato dei popolari, Jean Claude Juncker, e l’opposizione dei socialdemocratici di Martin Schulz. Nelle scorse settimane sono circolati diversi nomi, fra cui quello dell’attuale presidente del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde. Su tale nomina si è espressa anche l’Italia: “Il nuovo presidente della Commissione europea – questo l’auspicio contenuto nel documento – deve essere audace e innovativo. Deve esigere il rispetto delle regole europee ma essere anche in grado di pensare fuori dagli schemi”. 

Carmela Adinolfi

L'autore: Carmela Adinolfi

Classe '89. Una laurea triennale in comunicazione e una specializzazione in Semiotica all'Alma Mater Studiorum. Da Salerno a Perugia, passando per Bologna. Esperta in comunicazione politica, ha approfondito l'ascesa al potere di Matteo Renzi. Interessi: dal marketing alla comunicazione politica fino alle nuove forme di giornalismo digitale. Scrive per Termometro Politico e si allena per diventare giornalista.
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