Sondaggi elettorali: ecco quanto varrebbe una lista centrista secondo Ipsos
Sondaggi elettorali: ecco quanto varrebbe una lista centrista secondo Ipsos
Il centro moderato può fare bene se accompagnato da un progetto politico serio. Lo ha certificato l’exploit di Emmanuel Macron con En Marche! al primo turno delle presidenziali francesi.
Risultato quest’ultimo che fa ben sperare i centristi di casa nostra che al momento si presentano divisi in una miriade di partitini.
Ora però i protagonisti del centro moderato italiano vogliono organizzarsi. Un primo passo è stato fatto ad inizio aprile con l’incontro tra Angelino Alfano, Flavio Tosi ed Enrico Zanetti. I tre hanno lanciato a Roma una grande consultazione popolare per eleggere il leader centrista attraverso lo strumento delle primarie.
“Andiamo al centro da soli, senza Salvini e i trumpisti”, e senza quella “sinistra che è sempre rivolta all’indietro”, ha affermato il leader di Ap che non ha chiuso le porte a Forza Italia e Silvio Berlusconi.
Sondaggi elettorali: il centro vola con Berlusconi
Ma quanto varrebbe un soggetto politico che raggruppi tutti i partiti di centro? A fare una previsione ci ha provato un sondaggio Ipsos pubblicato sul Corriere della Sera. La rilevazione ha preso in esame 9 liste; Alternativa popolare, Centristi per l’Italia, Fare!, Scelta civica, Conservatori e Riformisti/Direzione Italia, Energie per l’Italia, Udc, Ala e Civici e innovatori.
L’insieme di questi partitini, secondo Pagnoncelli, raccoglierebbe il 4,8% dei voti.
Il consenso aumenterebbe qualora la lista unitaria di centro intendesse allearsi al centrodestra raggiungendo il 3,9% degli elettori e il 5,9% dei voti validi. Le intenzioni di voto scenderebbero al 2,2% (3,5% dei voti validi) nell’ipotesi di un’alleanza con il Pd. Il dato più rilevante è quello di una lista unica con Forza Italia. In questo caso il partito sarebbe accreditato del 10,5%, il 15,9% dei voti validi. Se invece la lista dei centristi con FI intendesse allearsi con il Pd, le intenzioni di voto scenderebbero al 6,7% (10,2% sui validi), meno dell’attuale orientamento di voto per la sola FI