Domiciliari respinti e proroga della custodia cautelare in carcere per l’ex senatore del Popolo della Libertà Luigi Grillo, accusato dalla Procura di Milano di far parte della cosiddetta ‘cupola degli appalti’, che ha interessato soprattutto i cantieri dell’Expo. I giudici del Riesame hanno pubblicato proprio questa mattina le motivazioni: “Le esigenze cautelari sono di eccezionale rilevanza in considerazione dell’altissimo livello dell’attività di turbativa degli appalti e corruttiva che l’indagato è in grado di porre in essere – hanno scritto le toghe meneghine –, avvalendosi di sodali in grado di influenzare anche le scelte politiche, e in considerazione della particolare complessità delle indagini e della altissima capacità manipolatoria che l’indagato è in grado di esercitare”.
L’ordinanza traccia anche un profilo di pericolosità dell’imputato: “Vista la sua pluriennale attività, Grillo ha stretto proficui rapporti con numerosissime aziende che operano per il settore pubblico e con le aziende pubbliche in grado di affidare servizi di interesse locale o nazionale per importi particolarmente rilevanti”, si legge nel documento, che prosegue: “Le indagini dimostrano con sicurezza che il Grillo ha partecipato con Gianstefano Frigerio, Sergio Cattozzo e Primo Greganti alla spartizione del denaro che Enrico Maltauro (vincitore di diversi appalti a Expo 2015 ndr) ha versato a Cattozzo”, tutti indagati dalla procura meneghina.
Per questo motivo, il Tribunale del Riesame ha respinto la richiesta di domiciliari avanzata dai legali di Grillo: “La misura degli arresti domiciliari è inidonea perché consentirebbero comunque all’imputato di relazionarsi con l’esterno, anche indirettamente attraverso i familiari e i collaboratori”, confermando così il pericolo di reiterazione della condotta criminosa da parte dell’accusato.
L’ordinanza termina con un retroscena: “Grillo ha svolto in maniera continuativa, fin quasi al giorno dell’arresto, un’intensissima attività volta a promuovere le carriere dei pubblici ufficiali coinvolti negli appalti da manipolare, attraverso i necessari contatti politici e con i vertici delle pubbliche amministrazioni”.